Le restrizioni dettate dal Governo tramite il nuovo dpcm sembrano inevitabili per contrastare la diffusione del Covid-19 ed evitare una seconda ondata, che potrebbe condurre il paese verso un altro lockdown. A parlarne, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Massimo Galli, direttore del Dipartimento di malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano e professore all’Università statale.
L’allarme nuova ondata
L’infettivologo ha fatto il punto sul pericoloso aumento dei casi e sulle possibilità che il Governo si trovi costretto a emanare un nuovo lockdown: “La seconda ondata arriverà se si ripresenterà un nuovo focolaio senza controllo. Ma un secondo lockdown è assolutamente da evitare per le implicazioni che avrebbe sulle possibilità di ripresa e sull’economia.
Le richieste di ricovero – spiega Galli – stanno leggermente aumentando, rispetto a dieci giorni fa, come numero e come gravità della malattia. Ma non siamo alla pressione del marzo scorso“.
Il pericolo dai giovani
In questi mesi i giovani, tramite la movida in tutta Europa, hanno avuto un ruolo da protagonisti nella diffusione dei contagi. L’età media dei positivi al Covid-19, infatti, si è abbassata a 41 anni, ma in estate aveva raggiunto numeri ancora più bassi.
“L’estate – sottolinea Galli – è stata troppo vivace in tutta Europa e il contagio si è rianimato: i giovani contagiati hanno trasmesso il virus ai meno giovani. È fondamentale coinvolgerli in questa battaglia contro il Covid e renderli consapevoli. Non deve essere in alcun modo favorito un atteggiamento trasgressivo“.
Per fare ciò, alcune regioni hanno imposto alcune restrizioni orarie ai locali: “La chiusura di ristoranti e bar alle 23 sarebbe un segnale forte e utile nella direzione di un controllo della movida. Non dimentichiamo che – conclude – Paesi più tolleranti, come Francia, Spagna e Regno Unito, stanno pagando ora le conseguenze di comportamenti un po’ disinvolti“.