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San Raffaele, visite a 450 euro: protesta davanti all'ospedale

Ospedale San Raffaele

Attivisti della Brigata di solidarietà popolare Milano Sud protestano davanti al San Raffaele: "la salute non è uguale per tutti".

Visite a 450 euro all’ospedale San Raffaele di Milano: la protesta, con tanto di fumogeni striscioni, è stata accompagnata dallo slogan: “La salute non è uguale per tutti”.

Protesta davanti al San Raffaele

La protesta si è svolta davanti agli uffici dell’ospedale San Raffaele di Milano nella serata di mercoledì 18 novembre. I manifestanti contestavano il servizio di telemedicina per pazienti Covid che offre consulti telefonici a 90 euro e visite a domicilio a 450 euro.

“La pandemia non è uguale per tutti, una vita vale più di 450 euro”, questo è quanto hanno scritto su uno striscione alcuni manifestanti della Brigata di solidarietà popolare Milano Sud, che aggiungono: “In un periodo di crisi economica, sociale e finanziaria abbiamo bisogno di una sanità pubblica e gratuita”.

Le cifre spropositate del San Raffaele, ospedale privato convenzionato col Sistema sanitario regionale, lo avevano fatto finire al centro delle critiche. Il costo esorbitante di questi servizi, infatti, stona con l’evidente difficoltà della sanità pubblica nell’assistere i sospetti malati o contagi Covid, nell’emergenza sanitaria data dalla pandemia.

La protesta: fumogeni e striscioni

È stata la Brigata di solidarietà popolare Milano Sud, nata da Collettivo Zam e Gratosoglio autogestita, ad allestire la protesta: non sono mancati fumogeni, cartelli e striscioni esposti davanti agli uffici del San Raffaele. Il proposito era “denunciare lo scandalo delle visite a domicilio per i sospetti malati Covid a ben 450 euro anteponendo ancora una volta i profitti alla tutela della salute collettiva”. Alcuni chiedevano “tamponi gratuiti per tutti” e lamentavano: “Tolgono al pubblico per dare al privato”.

Il servizio di telemedicina del San Raffaele, che l’ospedale ha precisato essere nato prima della pandemia ed è poi stato “adattato” alla diagnosi del virus, è del tutto lecito. La precisazione, però, non ha convinto la Brigata di solidarietà, che descrive il tutto come “l’ultimo di una serie di meccanismi perversi che si sono succeduti in questa pandemia in cui, in un contesto mai visto di crisi sanitaria, il profitto della sanità privata è stato messo al primo posto mentre gli ospedali pubblici sono al collasso ed infermieri e medici sono insufficienti ed esposti al contagio”.

Necessaria una sanità pubblica e gratuita

La critica va al settore della sanità privata: una disparità che non riguarda soltanto le diagnosi di Covid (a Milano il tracciamento pubblico di Ats è bloccato e per un tampone nel pubblico serve almeno una settimana), ma anche i vaccini antinfluenzali, difficilmente reperibili dai medici di base ma disponibili, a prezzi decisamente maggiori, nelle strutture private.

Gli attivisti contestano “le politiche sanitarie del governo della Regione Lombardia”, definendo il San Raffaele “uno dei tanti ospedali privati che rappresentano la cosiddetta ‘eccellenzalombarda, una eccellenza che lucra sulle malattie e sui malati. In un periodo di crisi economica, sociale e finanziaria abbiamo bisogno di una sanità pubblica e gratuita, accessibile e laica, una sanità che guarda al bene collettivo e alla cura delle persone più bisognose e fragili”.