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Test rapidi nel bollettino giornaliero: come cambia il rischio zona rossa

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Il Ministero della Salute potrebbe a breve promuovere i test rapidi inserendoli nel bollettino giornaliero: cosa cambierebbe per le regioni?

Una circolare del Ministero della Salute potrebbe ridimensionare il bollettino giornaliero sui casi di coronavirus e modificare anche la raccolta dei dati epidemiologici in base ai quali una regione viene classificata come rossa, arancione o gialla: si tratterebbe in particolare di aggiungere al numero di tamponi effettuati anche i test rapidi (attualmente vengono contati soltanto quelli molecolari).

Test rapidi nel bollettino

Ad aver confermato la revisione delle modalità dei test è stato Giovanni Rezza. Egli ha affermato che “stiamo lavorando ad una circolare che modificherà la definizione di casi su quanti test antigenici vengono effettuati e i loro risultati“. Si tratta dei tamponi rapidi che, pur essendo meno precisi di quelli tradizionali, forniscono un risultato nel giro di venti minuti. La loro promozione è giunta dopo il via libera sulla loro affidabilità del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie.

Ciò vorrà dire che, qualora si risultasse positivi al test rapido, si entrerà nel conteggio dei contagi quotidiani e quel tampone verrà inserito nel computo delle analisi del giorno. Senza dunque conferma con un molecolare se non nei casi delle attività di screening. La circolare, hanno fatto sapere dal Ministero, chiarirà comunque nello specifico le circostanze in cui i test saranno da considerare diagnostici, quindi in grado di certificare da soli la positività, e quelli in cui servirà un’ulteriore analisi.

Questa promozione aprirà uno scenario di cambiamento dei parametri stilati dall’Istituto Superiore di Sanità per stabilire il livello di rischio in ogni regione. In particolare, contando anche quelli rapidi aumenterà il numero di tamponi effettuati mantenendo sostanzialmente stabile quello dei casi positivi. Facendo dunque diminuire il tasso di positività). Una situazione che avrà effetti significativi in quei territori, come per esempio il Veneto, dove si fa un utilizzo massiccio dei test antigenici. Attualmente qui la percentuale di positivi sui tamponi è del 20% ma con la promozione dei rapidi scenderebbe al 5%.