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Niccolò Ciatti, la rabbia del papà: "Presto il killer sarà libero"

Niccolò Ciatti

La rabbia del padre di Niccolò Ciatti, ucciso in discoteca nel 2017. Il suo assassino potrebbe essere presto liberato.

Luigi Ciatti, papà di Niccolò Ciatti, non riesce ad avere pace da quando il figlio è stato ucciso in una discoteca spagnola. Tra qualche mese il suo assassino potrebbe tornare in libertà e questo ha scatenato la sua rabbia e la sua ulteriore richiesta di giustizia.

Il papà di Niccolò Ciatti

Dopo tre anni e mezzo da quando Niccolò Ciatti è stato ucciso non è ancora stata fatta giustizia. Rassoul Bissoultanov, un ceceno di 28 anni con precedenti penali per violenze, ha ucciso il ragazzo nel 2017 in una discoteca di Lloret de Mar, dove era in vacanza. L’assassino è rinchiuso in un carcere ai confini con la Francia, ma tra qualche mese potrebbe tornare in libertà. Niccolò è stato aggredito da un gruppo di ragazzi ed è rimasto stordito per terra mente tutti i presenti in discoteca assistevano alla scena. Il giovane è stato ucciso con una mossa di arti marziali che è stata fatale e questo terribile omicidio è stato filmato da uno smartphone. Il video è diventato una prova importante, che i magistrati hanno utilizzato per accusare il 28enne ceceno di omicidio volontario. Se non si terrà il processo entro il 12 agosto, l’assassino verrà scarcerato e secondo il padre della vittima, Luigi Ciatti, il rischio che diventi latitante è altissimo. Sette mesi sono troppo pochi per avviare il dibattimento con tutti gli adempimenti burocratici e la pandemia potrebbe rallentare ulteriormente i tempi.

Il governo italiano è intervenuto su questa vicenda. Luigi Di Maio, ministro degli Esteri, ha risposto ad una lettera inviata dal sindaco di Scandicci. “Ho dato istruzioni alla nostra Ambasciata a Madrid affinché intervenga presso le autorità spagnole per sollecitare il procedimento penale” ha scritto. Il sindaco Sandro Fallani lo ha ringraziato pubblicamente su Facebook: “Ho informato il babbo Luigi e speriamo che le parole del ministro trovino rapida attuazione“. I genitori di Niccolò, al momento della tragedia, si trovavano in Trentino. Alle cinque del mattino hanno ricevuto una telefonata da parte di un amico del figlio, che ha detto loro che Niccolò era in ospedale, ma che non avevano ancora notizie delle sue condizioni di salute. I genitori hanno fatto quattordici ore di viaggio per raggiungere Girona in auto e hanno scoperto che il figlio era in terapia intensiva, ma stabile. “L’infermiera ci ha chiesto quando saremmo arrivati e capisco che se vogliamo vedere Niccolò vivo, dobbiamo far presto” ha raccontato il padre, che aveva capito che in realtà i medici stavano aspettando loro per staccare la spina.