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Disastro di Fukushima: cause, riassunto della storia e conseguenze

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Il riassunto della vicenda e le conseguenze di uno dei più grandi disastri nucleari della storia avvenuto nel 2011 a Fukushima.

Per raccomtare il disastro nucleare di Fukushima occorre sottolineare le cause, fare un riassunto e spiegare le conseguenze di quel tragico 11 Marzo 2011: giorno destinato a rimanere impresso in modo indelebile nella memoria di tutti gli abitanti del Giappone.

Il disastro di Fukushima: cause e riassunto della storia

In quella fatidica data si abbatté sulle coste nord-orientali giapponesi uno tsunami dalle dimensioni enormi, con delle onde alte fino a 40 metri, causato da un maremoto di magnitudo 9.0. Oltre a lasciare una scia di morti e devastazione, 15700 i morti e e 332 mila gli edifici distrutti, lo tsunami colpì anche la centrale nucleare di Fukushima. In seguito al maremoto i reattori ad acqua bollente utilizzati dalla centrale smisero di funzionare innescando immediatamente il meccanismo di sicurezza che bloccò il processo di fissione nucleare che avveniva nel nocciolo della centrale.

Nonostante la repentina messa in sicurezza della centrale, rimase il problema di come eliminare e smaltire le grandi quantità di calore prodotto dalla fissione. Questo compito lo aveva il sistema di raffreddamento già presente all’interno della centrale ma che smise di funzionare proprio a causa del maremoto. Il malfunzionamento del sistema di raffreddamento portò a tre crisi nucleari, esplosioni d’aria e di idrogeno e il rilascio di sostanze radioattive, altamente nocive, nei luoghi limitrofi. Inoltre successe come a Chernobyl nel 1986: ci fu una fusione del nocciolo di livello 7, gradino più alto della International Nuclear Event Scale (INES).

Le conseguenze del disastro di Fukushima

Si stima che fra morti e dispersi ci furono oltre 20mila vittime e circa 120mila persone furono costrette ad abbandonare le proprie case e la propria città a causa delle radiazioni. Inoltre uno studio condotto dall’Università giapponese di Kanazawa stima che tutt’oggi si possa trovare il cesio-137 (una variante radioattiva del cesio generata della fissione nucleare) nella sabbia di otto spiagge distanti addirittura 100 chilometri dalla centrale nucleare e che nelle falde acquifere dell’intera regione ve ne siano quantità dieci volte superiori: problema non indifferente per salvaguardare la salute pubblica.

Nonostante ci vorranno anni per stabilire tutte le conseguenze ambientali, sanitarie e sociali di questo terribile disastro, finora si è registrato un aumento esponenziale di casi di cancro alla tiroide nei bambini, da una media di 3 casi su un milione a 152 casi su 590mila. Ciò che sorprende è che ufficialmente non è mai stato confermato un diretto collegamento tra questa preoccupante tendenza e l’esplosione della centrale di Fukushima.

Il disastro di Fukushima: le responsabilità

Nel febbraio del 2017 la TEPCO (Tokyo electric power company), che gestisce la centrale nucleare è stata condannata a risarcire per più di 1 miliardo di yen (circa 8 milioni di euro) la popolazione di Minami-soma, una delle città più colpite dal disastro. Il tribunale ha riconosciuto infatti la negligenza del governo e della TEPCO per non aver disposto la ventrale di misure anti-tsunami. In seguito a due class action la compagnia fu ulteriormente condannata a pagare quasi 600 milioni di yen sempre per risarcire le persone sfollate a causa dell’incidente.