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Dalla Russia con amore: la missione anti-covid all'Italia è costata oltre tre milioni di euro

Dalla Russia con amore: ecco quanto è coststa all'Italia

Dai documenti di Palazzo Chigi è emerge che al nostro Paese la missione russa anti-Coronavirus è costata tantissimo.

Durante l’emergenza causata dal Covid a marzo 2020, la missione dei militari russi in Italia è costata al nostro Paese ben oltre tre milioni di euro. Questo è ciò che viene a galla dai documenti di Palazzo Chigi. Ma il Copasir ha deciso di indagare sulla faccenda, ascoltando l’ex premier Giuseppe Conte che all’epoca era protagonista del caso. 

Missione anti-Covid Russia: al nostro Paese è costata oltre 3 milioni di euro

Perchè questa scelta? Puttroppo, il bilancio di quell’operazione concordata dall’allora presidente del Consiglio Conte con il presidente Vladimir Putin incrementa i dubbi circa la collaborazione offerta dal Cremlino. In particolar modo a destrare sospetti è la minaccia contro l’Italia dell’alto funzionario del ministero degli Esteri, Alexei Paramonov: quest’ultimo parlando di quella che allora fu l’operazione denominata “Dalla Russia con amore” ad oggi guarda l’Italia definendola ingrata.

Per cui, gli accordi stretti in quell’occasione dai due governi sono avvolti da un nube di mistero, così come lo sono anche i reali obiettivi della delegazione composta da 104 persone.

Tutto questo rende necessario scorrere la lista della spesa, ripercorrendo nie dettagli ciò che accadde tra il 22 marzo e il 7 maggio, quando la missione fu dichiarata conclusa.

Mascherine e tamponi inviati dalla Russia 

Torniamo, dunque, indietro nel tempo: il 22 marzo 2020 atterrano a Pratica di Mare tredici quadrireattori Ilyushin: ci sono 80.539 contagiati e 8.165 decessi. La situazione peggiore è quella di Bergamo dove troviamo 7.458 contagiati. Servono 90 milioni di mascherine al mese, senza dimenticare i 300mila tamponi al giorno. Stando alla versione ufficiale, i russi arrivano per aiutare il nostro Paese. 

L’1 aprile 2020 Riccardo Magi pone un interrogativo, chiedendo se esista un accordo alla base di questa operazione, e se fosse così, che cosa preveda o se sia il frutto di un semplice accordo verbale tra Putin e Conte. Chiede, inoltre, che tipo di attrezzature siano arrivate e in quale quantità. Infine, domanda quante unità di personale militare siano sbarcate e con quali compiti. La risposta arriva solo dopo 5 mesi, precisamente il 12 ottobre 2020, quando la viceministra degli Esteri, Emanuela Del Re, rivela che i russi ci hanno consegnato:

“521.800 mascherine, 30 ventilatori polmonari, 1.000 tute protettive, 2 macchine per analisi di tamponi, 10.000 tamponi veloci e 100.000 tamponi normali”.

Stiamo parlando di un quantitativo di materiale che non bastava a sostenere le esigenze dell’Italia neanche per mezza giornata. 

Il rimborso del carburante 

Poniamo adesso l’attenzione alla questione aerei: nella riunione tra il capodelegazione, il generale Sergey Kikot, il generale Luciano Portolano con i vertici del Comitato tecnico-scientifico, Agostino Miozzo e Fabio Ciciliano, i russi dissero che erano intenzionati a sanificare tutti gli edifici pubblici italiani, entrando anche in tutte le sedi a rischio. Per cui, chiesero il rimborso del carburante usato per i voli. Dando uno sguardo all’elenco delle spese emerge non solo che furono distrubuiti circa 100 mila euro per ogni volo, bensì anche ai tredici aerei, ai quali poi se ne aggiunsero  altri quattro. Si arriva, quindi, ad oltre un milione e mezzo di euro.

Infine, una volta pagato il conto per vitto e alloggio dei russi, l’Italia ha quindi pagato 400 mila euro per ospitare in un hotel a Bergamo la delegazione di Putin.