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Direttore dell’ufficio postale simula rapina in sede con due complici

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Il direttore dell’ufficio postale nel bolognese simula rapina perché gli servono soldi per la droga

Il direttore dell’ufficio postale nel bolognese simula rapina perché gli servono soldi per la droga

Direttore di un ufficio postale simula rapina

Il 3 marzo 2020 il direttore di un ufficio postale ha simulato una rapina insieme a due complici. Quel giorno i Carabinieri di San Giovanni in Persiceto avevano ricevuto una chiamata dal direttore il quale aveva detto di essere stato minacciato da due ladri e derubato. Nella telefonata l’uomo aveva detto anche di essere stato chiuso in bagno dai due rapinatori.

I Carabinieri soccorsero e liberarono il direttore dell’ufficio postale il quale aveva raccontato agli agenti di essere stato costretto dai malviventi a consegnare 20mila euro.

L’uomo aveva poi detto che all’interno dell’ufficio non c’era nessun cliente durante la rapina. La struttura non era dotata di videocamere di sorveglianza.

Materiale biologico su un coltello di un rapinatore

I dettagli che hanno destato sospetto nei Carabinieri sono stati: il direttore che era stato chiuso in bagno con lo smartphone dal quale ha dato l’allarme; il coltello usato da uno dei rapinatori dimenticato su un tavolo degli uffici. Gli agenti hanno scoperto la verità proprio grazie all’arma. Infatti, sul manico del coltello vi erano tracce di materiale biologico.

Dai tabulati telefonici del direttore è emerso che l’uomo ha avuto diversi contatti telefonici strani nei giorni che precedevano la rapina.

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Le incongruenze nel racconto del direttore

Le forze dell’ordine hanno ascoltato varie volte il 50enne e hanno notato varie incongruenze e contraddizioni. Inoltre, gli agenti hanno rilevato movimenti bancari sul suo conto corrente che il direttore non è riuscito a spiegare.

Dopo approfondite indagini i Carabinieri di San Giovanni in Persiceto hanno scoperto che l’uomo aveva problemi di droga. L’uomo, inoltre, aveva contratto debiti per sostenere le spese per l’acquisto di un’auto e per i lavori di ristrutturazione della sua abitazione.

Il 50enne aveva quindi pensato di risolvere i suoi problemi di soldi simulando una rapina.

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