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Discoteche chiuse, l'allarme di un gestore: "Zero fatturato per mesi. Così i locali finiscono alla mafia"

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"A 18 mesi dallo scoppio della pandemia, l'industria del ballo non riesce a tornare in pista", denuncia il gestore di un noto locale milanese.

Le discoteche restano chiuse e il settore è in affanno: difficile garantire incassi, arrivare a fine mese e pagare i dipendenti quando le serrande sono sempre abbassate. Lo denuncia il gestore di un noto locale meneghino, che evidenzia perdite fino a 500 milioni e mette in guardia su altri rischi a cui gli imprenditori vanno incontro negli ultimi mesi. La mancanza di garanzie colpisce l’intero settore, ora vittima di fallimenti, illegalità e disordini.

Discoteche chiuse, perdite ingenti e paura della mafia

La prolungata chiusura delle discoteche ha causato abusivismo e totale mancanza delle regole anti-Covid. Party illegali sono stati organizzati da Nord a Sud e la questione è diventata persino di interesse politico, trovando l’opinione pubblica spesso divisa sull’argomento.

A commentare la situazione è chi vive quotidianamente le difficoltà causate dalla chiusura dei locali da ballo. Ne ha parlato Paolo Peroli, socio del The Club di Milano, il quale ha dichiarato: “Il Governo Draghi ha abbandonato un settore che vale 1 miliardo di fatturato”.

Si tratta di una categoria ampiamente colpita dall’emergenza coronavirus. Porte sbarrate e zero fatturato per mesi e mesi. I primi segni più con le aperture a singhiozzo, subito stroncati dalle nuove misure anti-assembramento. A 18 mesi dallo scoppio della pandemia, si può dire che l’industria del ballo e del cosiddetto “intrattenimento danzante” non riesce proprio a tornare in pista. I numeri sono impietosi: da febbraio a giugno 2020 le attività hanno perso il 100% del fatturato, da giugno ad agosto 2020 con le riaperture si era registrata una piccola ripresa, interrotta di nuovo fino all’aprile 2021. Secondo i dati, i mancati guadagni legati all’epidemia di Covid-19 hanno superato i 500 milioni di euro”, ha aggiunto.

Rivolgendosi alle istituzioni, l’imprenditore ha sottolineato: “Al momento il ballo è ancora inibito sia all’aperto sia al chiuso. Evidentemente le istituzioni del nostro Paese non riconoscono l’importanza sociale ed economica che questo tipo di strutture ricoprono nella società. Nel 2020 io e migliaia di miei colleghi siamo stati abbandonati e messi in un angolo.

Discoteche chiuse, l’allarme: “I locali rischiano di finire in mano alla mafia”

“Sono sempre stato perfettamente consapevole della necessità di impedire con ogni mezzo la circolazione del Sars-Cov2, ma sono altrettanto certo che con protocolli idonei, formulati magari con il supporto degli imprenditori, il crollo si sarebbe potuto evitare“, ha precisato il gestore milanese.

Poi ha ricordato:Tante imprese non sarebbero fallite e in molti avrebbero potuto salvarsi e non essere inghiottiti dalle conseguenze della totale assenza dello Stato, come le speculazioni che hanno permesso ai nemici dello Stato di insediarsi laddove prima l’imprenditore onestamente e orgogliosamente praticava la propria professione”.

Quindi ha aggiunto: “È noto che in tutto il Paese le difficoltà innescate dall’emergenza Covid hanno creato terreno fertile per le infiltrazioni della malavita. Purtroppo, lo Stato ha fatto indirettamente un assist alla criminalità organizzata, che ha trovato imprenditori disperati ai quali, dopo mesi di crisi, per sopravvivere non è rimasto che svendere le loro attività a prezzi stracciati al miglior offerente”.

Discoteche chiuse, rischio infiltrazioni della mafia: “Lo stato ha sbagliato tutto”

Nell’anno e mezzo di pandemia secondo Paolo Peroli i governi che si sono susseguiti “hanno sbagliato tutto”. Finora gli incontri con le istituzioni hanno portato “soltanto piccoli frutti”. Per lui è stato “completamente sbagliato l’approccio nei confronti delle imprese del nostro settore”. Quindi ha aggiunto: “Sia noi imprenditori sia i nostri dipendenti siamo stati abbandonati al nostro destino. L’impresa può anche adattarsi, ma solo se ha un orizzonte temporale certo, un termine oltre il quale tutto dovrà tornare alla normalità”.

Per l’imprenditore il green pass può essere la giusta soluzione, “la misura che potrebbe salvare le discoteche”. Una misura “forse antipatica, per certi versi discriminatoria, ma necessaria per riaprire al ballo”. Infatti, ha sottolineato: “Se le persone fossero tutte vaccinate, sicuramente salterebbe fuori qualche caso di positività al Covid, ma le ospedalizzazioni non aumenterebbero”.