> > Trump è stato formalmente incriminato a Miami per i documenti riservati trov...

Trump è stato formalmente incriminato a Miami per i documenti riservati trovati nella sua villa a Mar-a-Lago

Donald Trump incriminato a Miami

Il tribunale di Miami ha formalmente incriminato l’ex presidente americano Donald Trump: il repubblicano si è dichiarato non colpevole.

L’ex presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump, è stato formalmente incriminato a Miami, in Florida. Il tycoon si è presentato oggi, 13 giugno, in tribunale per essere temporaneamente messo in stato di fermo dopo l’incriminazione per l’indagine federale sui documenti riservati che, la scorsa estate, sono stati rinvenuti nella sua villa di Mar-a-Lago. Il repubblicano, che verrà rilasciato a breve, è il primo ex presidente ad essere incriminato per reati federali. I capi d’accusa che gli sono stati imputati sono 37 e riguardano la violazione di sette leggi federali.

Donald Trump incriminato a Miami, si è dichiarato non colpevole

Dinanzi ai giudici del tribunale di Miami, Trump si è dichiarato non colpevole. A fronte della dichiarazione di non colpevolezza dell’ex presidente americano, il tycoon è stato formalmente incriminato per 37 capi d’accusa che riguardano la violazione di sette leggi federali e messo in stato di fermo.

Negli States, la messa in stato di fermo è una procedura standard da eseguire quando una persona viene incriminata con il sospetto di aver commesso un crimine non violento. Dopo il fermo, l’accusato viene portato in tribunale per essere messo al corrente dei capi d’accusa, gli vengono prese le impronte digitali, gli vengono scattate le foto segnaletiche e, infine, viene rilasciato in attesa del processo.

Dato il suo ruolo, a The Donald sono stati concessi alcuni trattamenti di favore. Non ha, infatti, raggiunto il tribunale in manette e non gli sono state prese le impronte digitali né gli sono state scattate foto segnaletiche.

La precedente incriminazione per il caso Stormy Daniels

I guai con la giustizia di Trump non fanno altro che moltiplicarsi. L’incriminazione stabilita dal tribunale di Miami, infatti, segue quella per il pagamento illegale all’attrice di film a luci rosse Stormy Daniels annunciata lo scorso aprile.

Contrariamente al caso dei documenti riservati trovati a Mar-a-Lago, il pagamento illegale a Stormy Daniels non è un reato federale ma un procedimento statale della procura di Manhattan.

Nonostante le incriminazioni, Trump può continuare a organizzare la sua campagna elettorale per le primarie del Partito Repubblicano in attesa delle elezioni presidenziali del 2024. Le incriminazioni, inoltre, non gli precludono neppure la possibilità di essere eventualmente (ri)eletto presidente degli Stati Uniti.