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Due padri di troppo: Emanuele Salce si mette a nudo

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Non è mai facile competere col proprio padre. Specie quando è un uomo di successo, ricco, famoso, magari anche talentuoso. E' ancora più difficile quando ti incaponisci a fare il suo stesso mestiere. E quando ne hai due di padri? Emanuele Salce è autoironico e ottimista. D'altronde con due "p...

Non è mai facile competere col proprio padre. Specie quando è un uomo di successo, ricco, famoso, magari anche talentuoso. E’ ancora più difficile quando ti incaponisci a fare il suo stesso mestiere. E quando ne hai due di padri?

Emanuele Salce è autoironico e ottimista. D’altronde con due “padri” come Luciano Salce e Vittorio Gassman non puoi fare altrimenti. Se ti prendi troppo sul serio, rischi di cadere e magari non ti rialzi troppo facilmente.

Nel suo spettacolo invece Emanuele è davvero semplice e autoironico. Cerca continuamente il rapporto con due padri che, in verità, “non sono mai stati presenti quando serviva”.
Ne parla col sorriso, ormai, eppure dev’esser stata dura per il piccolo Salce, figlio d’arte, con una carriera universitaria ricca di cambi e povera di risultati e un’adolescenza passata da un bar a un altro. Ma è tutto nel suo spettacolo. Perché Emanuele sa come mettersi a nudo. E lo fa senza alcuna paura.

Anche nella fase del racconto, il regista se la cava egregiamente ed esprime tutta la sua poetica, in una metanarrazione che non disturba, anzi, accompagna lo spettacolo fino alla fine, quasi senza prender fiato.

Credo che in molti si riconosceranno in Emanuele Salce: quante volte c’è stato detto “non sei adeguato”, “sei un figlio di papà”, “cambia mestiere”
…quante volte abbiamo ricevuto un “NO”! come risposta?
Emanuele ci insegna ad andare avanti, a non prenderci troppo sul serio e a riprovarci.

Forse l’ultima parte è un po’ troppo ridondante, ma poco importa. Lo spettacolo si fa vedere, scorre come un video musicale, e ti alzi dalla poltrona del Brancaccino come se fossero passati pochi minuti. In realtà dura una novantina di minuti, molto condensati.

Dieci e lode a Paolo Giommarelli, che è molto più di una spalla. Mette in pausa le leggere esperienze televisive e finalmente si concentra in quello che può regalare una sfilza infinita di soddisfazioni: il teatro.

Paolo Cocuroccia