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“Ecco i messaggi fra Ranieri Guerra e Brusaferro”, Massimo Giletti li sottopone al ministro Roberto Speranza durante la puntata di Non è l’Arena dell’11 aprile e si crea un caso. “Sono stato brutale con gli scemi del documento di Venezia”. Esordisce così la messa in onda dei messaggi scambiati tra Ranieri Guerra, vicedirettore vicario dell’Oms, e Silvio Brusaferro, ex capo dell’Iss. Brusaferro che oggi è componente del Cts. Ma quando si parla di “scemo di Venezia” a chi si allude? A Francesco Zambon, definito da Giletti “uomo con la schiena dritta”. Zambon infatti aveva redatto un report sulla gestione del coronavirus in Italia per conto dell’Oms.
Messaggi fra Guerra e Brusaferro sul report Zambon
E di report imbarazzante si trattava, visto che il governo Conte 2 non ne usciva poprio immune da responsabilità a causa dei mancati aggiornamenti del piano pandemico e delle pressioni (non direttamente ascrivibili all’Esecutivo) per farlo apparire comunque aggiornato. In che modo? Ranieri Guerra si sarebbe adoperato per far rimuovere il report e “censurare”. Nella messaggistica con Brusaferro questo passaggio è confermato, tanto che Guerra è indagato ufficialmente. Scrive poi Guerra riferendosi proprio al ministro Speranza: “Ho mandato scuse profuse al ministro. Alla fine sono andato su Tedros (capo dell’Oms – ndr) e fatto ritirare il documento. Spero anche di far cadere un paio di incorreggibili teste”.
Gli “scemi di Venezia” e il testo da rivedere
Ecco, questo è uno dei punti nodali dell’inchiesta che Giletti e il team di Report avevano messo in piedi seguendo strade parallele. Giletti infatti in trasmissione non ci va giù leggero: “Zambon ha più dignità di tutti voi che non venite qui, se n’è andato da solo”. Guerra scrive anche: “Dovremmo anche vedere cosa fare coi miei scemi di Venezia. Come sai ho fatto ritirare quel maledetto rapporto”. E Brusaferro risponde: “Sul testo dell’Oms sono anche d’accordo di rivederlo assieme”. Sul nodo titolarità Giletti ha eccepito con veemenza: “Con quale titolo mette mano al testo dell’Oms un italiano, anche se presidente dell’Iss? L’Oms è un organo terzo, super partes”.
Il fattore Zaccardi: entra in gioco il ministero
Ma il clou è con il messaggio successivo messo in onda, perché tocca le corde politiche della vicenda e tramite un uomo di fiducia di Speranza toccherebbe Speranza stesso. Infatti Guerra chiede a Brusaferro: “Vedo Zaccardi alle 19. Vuoi che inizia a parlargli dell’ipotesi di revisione del rapporto dei somarelli di Venezia? Poi ci mettiamo d’accordo sul come?”. E la risposta: “Certo, va bene”. Ma Zaccardi chi è? È Goffredo Zaccardi, capo di gabinetto del ministro della Salute Roberto Speranza. Se ne deduce che le istituzioni possano essere coinvolte in una faccenda che tutto è meno che chiara, in merito a quel report imbarazzante.
Due opzioni: dimissionare o dimettersi
E il messaggio successivo mostrato a Non è l’Arena pare confermarlo: “CDG (capo di gabinetto – ndr) dice di vedere se riusciamo a farlo cadere nel nulla. Se entro lunedì nessuno ne parla vuole farlo morire. Altrimenti lo riprendiamo insieme”. Si profilano dunque due ipotesi, entrambe di polpa e illustrate da molti organi di informazione: o Zaccardi ha agito di iniziativa e non ha detto nulla al suo capo, cioè Speranza, e il ministro dovrebbe silurarlo a stretto giro di posta o Speranza era a conoscenza della spinosa questione. Il che lascerebbe pensare che in punto di etica a dimettersi dovrebbe essere lui.