> > Trump minaccia nuovi dazi, Borse UE in rosso: spread supera quota 290

Trump minaccia nuovi dazi, Borse UE in rosso: spread supera quota 290

Trump dazi borse in calo

Donald Trump continua ad usare la politica economica per risolvere controversie bilaterali: a farne le spese le Borse mondiali, compresa Piazza Affari.

Dopo la Cina, Donald Trump minaccia di imporre dazi anche con il Messico. Per spingere il Paese confinante a contrastare l’immigrazione, l’amministrazione americana annuncia infatti l’intenzione di applicare sui beni messicani più importanti destinati all’esportazione imposte del 5 per cento. L’annuncio ha messo così in subbuglio le Borse di tutto il mondo.

L’apertura delle Borse europee

Tokyo chiude a meno 1,63% mentre quelle europee aprono in calo. Non è la peggiore, ma quasi, la Borsa di Milano, con il primo indice Ftse Mib che cede l’1,09% sotto i 20mila punti a 19.729. Seduta in rosso anche per Francoforte (-1,34%), Madrid (-1,12%) Parigi (-0,96%) e Londra (-0,89%). Occhi puntati ovviamente anche sullo spread.

In mattinata il differenziale tra Btp e Bund tedeschi tocca infatti i 291,4 punti, in netto rialzo contro i 283 punti della chiusura di giovedì 30 maggio 2019. Il rendimento del titolo decennale italiano sale quindi 2,73 per cento.

Il nodo manovra correttiva

A pesare su Piazza Affari anche la possibile procedura di infrazione da parte dell’UE. “Il problema dell’Italia è non spaventare gli investitori: in un momento di forte rallentamento non siamo in condizioni di far aumentare il debito ma non possiamo neanche ridurlo troppo perché ciò non darebbe comunque maggiore fiducia agli investitori che devono vedere prospettive di crescita“, spiega infatti Giovanni Tria a margine del Festival dell’Economia a Trento, come riporta l’Ansa.

Il ministro dell’Economia sembra quindi intenzionato a rassicurare Bruxelles riguardo i possibili scostamenti del defict, anticipando che “non sarà necessaria alcuna manovra correttiva e aggiungendo anche che il governo prevede che “l’obiettivo per il 2019” potrebbe essere “anche inferiore a quello scritto come previsione nell’ultimo Def (2,4%, ndr)”.