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Ryanair modifica le tariffe sui bagagli: è caos tra i viaggiatori

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Una nota diffusa da Altroconsumo parla di una "pratica commerciale scorretta" che provoca confusione tra i viaggiatori.

La compagnia irlandese Ryanair modifica nuovamente le tariffe e le regole per i bagagli: ad annunciarlo è una nota diffusa da Altroconsumo. Nelle scorse settimane, infatti, è stata aggiunta una nuova tipologia per il trasporto dei bagagli sugli aerei e tra i viaggiatori sono emerse molte perplessità.

La novità

Da qualche settimana, i passeggeri della compagnia irlandese possono decidere di acquistare un secondo bagaglio da 10 kg da lasciare al check-in al prezzo di 10/12 euro. In caso di acquisto al gate, però, la tariffa aumento fino a 25 euro. Colorp che hanno acquistato un biglietto con priorità e due bagagli a mano, invece, dovranno pagare dai 6 ai 12 euro: in questo caso la tariffa non è rimborsabile.

Contro ogni variazione di policy

La battaglia portava avanti da Altroconsumo è iniziata nel 2018, con l’obbiettivo di combattere ogni variazione di policy sui bagagli. L’organizzazione aveva segnalato all’Antitrust un supplemento di prezzo scorretto per il trasporto dei bagagli su Ryanair. Poi, nel 2019, l’Autorità competente aveva stabilito una sanzione di 3 milioni di euro alla compagnia irlandese, ma il Tar l’aveva sospesa. In attesa di una nuova sentenza del tribunale, fissata per il prossimo 2 ottobre, Ryanair ha modificato nuovamente le tariffe sul trasporto dei bagagli. Il risultato è una crescente confusione diffusa tra i viaggiatori.

Il responsabile delle relazioni esterne di Altroconsumo, Ivo Tarantino, è intervenuto sull’argomento. “Le continue modifiche alle policy dei bagagli di Ryanair costituiscono una grave pratica commerciale scorretta e generano molta confusione nel consumatore che fatica a orientarsi nella giungla tariffaria creata dalla compagnia”. Secondo il responsabile, infatti, “il passeggero non riesce a conoscere in anticipo il costo finale del biglietto, poiché il prezzo variabile del supplemento non può essere definito prima dell’acquisto. Chiediamo quindi ad Antitrust di intervenire nuovamente, far cessare la condotta scorretta e restituire trasparenza ai consumatori”.