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Coronavirus, 10 milioni di posti di lavoro a rischio dopo l'emergenza

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Passata l'emergenza sanitaria, bisognerà affrontare quella economica e salvare i posti di lavoro a rischio.

La priorità ora, in Italia così come nel resto del mondo, è contenere l’epidemia – anzi, secondo la classificazione dell’Oms, la pandemia – e salvare quante più vite umane possibile (solo nel nostro Paese, le vittime sono quasi 1.500, dati aggiornati al 14 marzo). Ma, a emergenza conclusa, bisognerà fare i conti con le conseguenze del coronavirus anche ad altri livelli, a partire da quello economico: si stima che siano diversi milioni (c’è chi parla addirittura di 10) i posti di lavoro a rischio.

Coronavirus e posti di lavoro

Il premier Giuseppe Conte e il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri hanno assicurato che nessuno perderà il proprio impiego durante e dopo l’emergenza Covid-19. Una previsione ottimistica a cui sembra difficile credere. Stime che, secondo indiscrezioni, circolerebbero già tra i corridoi del Mise dipingono una perdita pari a 8 milioni di posti di lavoro nell’Italia post-coronavirus, ma c’è chi teme saranno 10. Gli economisti parlano di una perdita di 5 punti di Pil e di un calo del 30% del fatturato su base annua delle aziende nostrane.

La situazione attuale

Senza bisogno di spingersi in là con analisi che, al momento, si basano solo su supposizioni, è evidente che anche la situazione attuale è tutt’altro che rosea per il mondo del lavoro. Sono 3 i milioni di lavoratori che si trovano improvvisamente a casa a causa delle restrizioni imposte dai decreti governativi per far fronte all’emergenza coronavirus. Si tratta di un milione di lavoratori autonomi e quasi due milioni di lavoratori dipendenti, in stragrande maggioranza addetti alle vendite. Altri 3,6 milioni di posti di lavoro sono a rischio, secondo la Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro.

Cosa cambierà?

Secondo alcuni osservatori, i settori più a rischio sono quelli dei cosiddetti “colletti bianchi“. La necessità di restare a casa, come sottolineato dagli esperti da un lato e dai decreti governativi dall’altro, ha rivelato le enormi potenzialità, fino a questo momento assai poco sfruttate in Italia, dello smart working. Il web rivoluzionerà il mondo del lavoro ma anche quello della scuola, che potrà fare tesoro delle lezioni in streaming e delle altre forme di homeschooling messe in atto dagli istituti di tutta Italia durante le settimane di quarantena. Persino fare acquisti non sarà più lo stesso, grazie alla scoperta delle possibilità offerte dalla spesa online e dal food delivery. Si teme anche per le conseguenze a lungo termine del Covid19 sui settori primari come pesca e agricoltura.

I più tutelati durante l’emergenza sono, naturalmente, tutti gli operatori sanitari: medici, infermieri e altre figure professionali giustamente definite “eroi” e celebrati da Nord a Sud con flash mob e applausi dai balconi di tutta Italia.