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Ocse: "Con nuova ondata di coronavirus il Pil in Italia sarà a -14%"

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Il Pil in Italia con una seconda ondata di coronavirus crollerebbe del 14%: le stime dell'Ocse.

Stando alla previsione dell’Ocse, Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, il Pil dell’Italia calerà dell’11,3% nel 2020 e risalirà del 7,7% nel 2021. Questo se però non dovesse arrivare una seconda ondata di coronavirus. In tal caso l’impatto per l’economia italiana sarebbe devastante con il Pil che crollerebbe del 14% nel 2020 prima di risalire del 5,3% nel 2021. In questo malaugurato caso, il debito pubblico italiano passerebbe dal 134,8% del Pil del 2019, al 169,9% del 2020, per poi riscendere al 165,5% nel 2021.

Ocse: il Pil Italia con il coronavirus

Secondo l’Ocse, nel caso in cui l’Italia si ritrovi a dover affrontare una nuova ondata di contagi da coronavirus, oltre al Pil a scendere sarebbero anche i consumi privati in calo del 13,3% e le esportazioni del 17,8%, valore simile a quello delle importazioni (-17,2%). Nello scenario meno duro – senza cioè un ritorno all’emergenza – il calo dei consumi potrebbe attestarsi al 10,5% per poi recuperare quasi integralmente nel 2021 (+9%). Andamento simile per il commercio estero con le importazioni a -14,4% quest’anno e +12% il prossimo, mentre le importazioni scenderebbero nel 2020 del 13,6% per poi risalire dell’11,5% nel 2021.

I settori più colpiti dal coronavirus

Ci sono naturalmente settori che accuseranno di più l’emergenza coronavirus di altri. È lo stesso Ocse a sottolineare che, a seguito della pandemia italiana, “il settore industriale potrebbe riprendersi rapidamente mentre è quello turistico quello più vulnerabile”. Il manifatturiero “rischia una maggiore esposizione se la recessione dovesse prolungarsi dal momento che molte aziende sono specializzate in beni di consumo e capitali ad alto valore aggiunto e con margine più elevato e quindi più sensibili all’andamento globale di redditi e investimenti”.

L’Ocse riconosce come “le imprese e le banche italiane sono entrate in questa crisi in condizioni migliori che non dieci anni fa anche se la crisi aumenta le fragilità finanziarie che persistono, come l’esposizione delle banche ai titoli di Stato”. L’Ocse invita l’Italia a “rinnovare gli sforzi per perseguire un ambizioso programma di riforme strutturali” mentre le imprese “potrebbero beneficiare dal sostegno a aggiornare, investire e innovare e a spostarsi su settori con migliori prospettive, attraverso il rafforzamento attivo delle politiche del mercato del lavoro”. Infine “accelerare l’adozione delle tecnologie digitali, come dimostrato dal rapido passaggio durante la crisi al ‘lavoro agile’ e ai servizi online, potrebbe aumentare la competitività” del sistema-Paese Italia.

Il quadro globale post coronavirus

Stando all’Economic Outlook dell’Ocse, quella scatenata dalla pandemia di coronavirus è a livello globale la peggiore crisi sanitaria ed economica dalla seconda guerra mondiale, che sta creando una incredibile incertezza con impatti gravi dappertutto”. L’economia globale quindi “si trova a camminare sul filo” con “una ripresa che sarà lunga mentre gli effetti economici saranno di lungo periodo, colpendo in maniera sproporzionata i più deboli”.