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Lucia Perez, aggressori assolti dall'accusa di omicidio: "Si divertiva"

lucia perez

Gli aggressori di Lucia Perez sono stati assolti dalle accuse di stupro e di omicidio. Condannati per il solo reato di spaccio di droga.

Lucia Perez è morta a soli 16 anni dopo essere stata drogata e stuprata con un palo. I fatti risalgono all’ottobre 2016, e dopo due anni i giudici si sono espressi sulla vicenda. I tre imputati sono stati assolti dall’accusa di omicidio e stupro venendo condannati per il solo reato che riguarda la somministrazione di sostanze stupefacenti. Per i giudici infatti la giovane era consenziente e si stava divertendo durante l’atto sessuale. La decisione ha sconvolto l’opinione pubblica suscitando diverse proteste dei movimenti femministi.

La morte di Lucia

L’8 ottobre 2016, Lucia, studentessa 16enne è finita al pronto soccorso dell’ospedale di Mar del Plata. La giovane è stata abbandonata all’ingresso da sconosciuti che hanno parlato di “overdose”. Lucia è morta pochi istanti dopo, nonostante i tentativi di rianimazione operati dai medici. L’autopsia ha poi evidenziato che la ragazzina era stata stuprata e torturata con un oggetto contundente nel retto, che l’ha portata alla morte. I suoi aggressori l’avrebbero lavata dal sangue e le avrebbero messo abiti puliti prima di portarla in ospedale.

In un primo momento due uomini sono stati accusati di omicidio a seguito di violenza sessuale, mentre un altro solo di favoreggiamento.

Imputati assolti

L’accusa ha sostenuto che i tre avrebbero attirato Lucia nella casa di uno di loro, approfittando della sua dipendenza dalle droghe. Nell’appartamento l’hanno stuprata brutalmente per poi provare ad occultarne la morte. Per la difesa invece la morte sarebbe avvenuta a seguito di un rapporto sadomaso per cui la giovane era però consenziente. La decisione dei giudici ha confermato la tesi della difesa, e i tre sono stati considerati colpevoli solo di aver spacciato la droga, mentre sono stati assolti dalle accuse di omicidio e di stupro.

E’ femminicidio

Le associazioni femministe sono insorte nei confronti della decisione dei giudici. “Lucia Perez è stata uccisa due volte. La prima dagli esecutori diretti, la seconda da coloro che li hanno assolti e che così hanno negato che due adulti che somministrano cocaina sono responsabili di abuso e femminicidio. Vogliono dirci che la sua vita non ha alcun valore, che il movimento femminista che ha portato il suo sorriso come bandiera di lotta deve zittirsi. Non lo faremo, non perdoniamo, non dimentichiamo, non ci riconciliamo” ha commentato l’associazione ‘Ni una menos’.