Lisa Pendezza L’omicidio del piccolo Stanley ha sconvolto il Regno Unito, tanto che una deputata britannica, Caroline Dineange, si sta battendo perché i suoi assassini “trascorrano quanto più tempo possibile dietro le sbarre”. I colpevoli sono da ricercare tra i familiari del bimbo. Il piccolo, di soli 24 giorni, è stato infatti massacrato e ucciso dalla madre, Roxanne Davies, e dal suo ex fidanzato, Samuel Davies. I due responsabili della sua morte sono stati arrestati, processati e condannati a 10 anni di carcere. Ma sono in molti in Inghilterra a ritenere che si tratti di una pena troppo lieve per un crimine tanto atroce.
Neonato ucciso “Vere e proprie torture”
Il corpo del neonato è stato sottoposto a un esame autoptico che ha rivelato la presenza di numerosi e gravi traumi. Il medico legale ha dichiarato di aver riscontrato 41 fratture, senza contare quella alla testa che si è rivelata fatale. Il colpo ha causato un’emorragia cerebrale che lo ha portato alla morte. Secondo il ministro Dineange si tratta di “vere e proprie torture” a cui il bambino è stato sottoposto dalla madre e dal compagno. La deputata ha chiesto al procuratore generale Cox di riesaminare il caso.
Durante il processo in primo grado, Roxanne e Samuel si sono accusati a vicenda per dimostrare la propria innocenza. Dopo la condanna, mentre veniva portata in carcere, la donna ha continuato a urlare che l’ex fidanzato “è un assassino“. Il giudice Jane Miller QC ha definito il suo pianto “lacrime di coccodrillo” e ha riconosciuto la colpevolezza di entrambi gli imputati. Entrambi sono risultati positivi ai test per cocaina e cannabis. “Stanley ha sofferto per tutta la sua brevissima vita”, ha concluso il giudice.
