> > Bimbo picchiato dallo zio, staccano la spina ma sopravvive

Bimbo picchiato dallo zio, staccano la spina ma sopravvive

Bimbo massacrato dallo zio

Bobby è stato picchiato dallo zio quando aveva solo sette mesi: i familiari hanno deciso di staccare il respiratore, ma il bimbo è sopravvissuto.

È un vero e proprio miracolo quello a cui hanno assistito i familiari di Bobby Webber, in Australia. Quando aveva solo sette mesi, il bimbo è stato massacrato per quattro ore dallo zio, Andrew Nolan. La violenza è avvenuta mentre i genitori di Bobby, Barry ed Elise Webber, si trovavano lontano da casa, in viaggio di nozze. Il bambino era stato affidato alle cure della sorella di Barry e al marito di lei, un uomo di cui la coppia si fidava e che era parte della famiglia da oltre 12 anni. Quando sono tornati a casa, i genitori del piccolo si sono immediatamente accorti che le sue condizioni erano gravi. Bobby è stato portato in ospedale, dove i medici gli hanno diagnosticato un trauma cranico, diverse fratture alle vertebre, traumi agli organi genitali e segni di morsi su tutto il corpo. Il bambino era ridotto in fin di vita, ma i genitori hanno voluto dargli una possibilità di sopravvivenza attaccandolo a una macchina che gli permette di respirare.

Australia, bimbo massacrato dallo zio

Dal momento che, nonostante le cure, le condizioni di Bobby non sembravano migliorare, i medici e i genitori hanno deciso di staccare la spina. Ma quando il collegamento con il macchinario è stato interrotto, il bimbo è sopravvissuto, riprendendo a respirare autonomamente. Per il personale sanitario si tratta di un miracolo. Le sue condizioni di salute restano comunque estremamente gravi. A causa delle lesioni subite durante l’aggressione, il bambino è cieco da un occhio, non riesce a muoversi da solo e ha riportato una paralisi cerebrale quadriplegica. Ma la sua energia e la sua tenacia sono sorprendenti, assicurano i familiari.

Lo zio, interrogato dalla polizia, ha immediatamente ammesso la propria colpevolezza. Ma resta ancora sconosciuto il movente che ha spinto l’uomo a un gesto tanto estremo. Durante il processo di primo grado, il tribunale lo ha condannato a 8 anni di carcere. La sua pena è stata aggravata in appello fino a un totale di 11 anni dietro le sbarre.