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Bimbo nel pozzo, i soccorritori: "Siamo fiduciosi, è vivo"

Malaga

Malaga, continuano le ricerche del piccolo Julen. Nonostante i problemi tecnici rallentino le operazioni, i soccorritori sono fiduciosi: "E' vivo"

Un centinaio di soccorritori, appoggiati da ingegneri e tecnici specializzati nel salvataggio da miniere e caverne, lavorano senza sosta. Intanto, si è mobilitata anche l’impresa svedese Stockholm Precision Tools AB, che localizzò e trasse in salvo i 33 minatori imprigionati in una miniera in Cile nel 2010. “Con mia moglie siamo a pezzi, siamo morti. Ma abbiamo ancora la speranza che Julen sia vivo“. Profondamente provato è José Rossello, il padre del bimbo di due anni caduto in un pozzo. L’uomo ha lanciato un appello a continuare le operazioni di salvataggio, perché si è detto convinto che “rivedrò vivo mio figlio”. I soccorritori proseguono nella loro battaglia contro il tempo per trarre in salvo Julen, ma hanno dichiarato: “Siamo fiduciosi, è vivo”. Sono convinti di ritrovarlo sano e salvo, poiché nel luogo in cui si trova affluisce aria.

Malaga, le parole dei soccorritori

I problemi tecnici stanno rallentando le operazioni a Totalan, nei pressi di Malaga, dove un bimbo di due anni è precipitato in un pozzo domenica 13 gennaio. Maria Gamez, rappresentante del governo spagnolo nella provincia di Malaga, ha promesso che le ricerche continueranno fino a quando il piccolo non sarà stato salvato. “Non abbiamo intenzione di fermarci neppure un minuto”, sono state le sue parole. “Nessuno nella squadra dei soccorritori mette in dubbio che lo tireremo fuori. Siamo tutti fiduciosi che è vivo”. Finora nessun contatto vocale è stato stabilito con Julen, caduto nel pozzo non segnalato mentre i genitori pranzavano lì vicino. I due nel 2007 avevano perso il loro primogenito Oliver, di appena tre anni.

Il pozzo ha solo 25 centimetri di diametro ed è profondo 110 metri. Un mucchio di pietre e terra, trascinato dal piccolo nella sua caduta, ostruisce il condotto a circa 70 metri di profondità.

Le operazioni per ritrovare Julen

Le autorità stanno realizzando due tunnel verticali, paralleli a quello dove è caduto il bimbo e a circa quattro metri di distanza da esso. Un’altra opzione è quella di scavare una galleria in direzione obliqua. La natura del terreno complica però il compito: i macchinari sono stati bloccati dal suolo troppo duro e da una formazione rocciosa a due terzi della discesa.

“Avanziamo, per il momento, senza grandi problemi“, ha riferito l’ingegnere Juan Lopez. Tuttavia, ha precisato: “Raggiungere il bambino in meno di due giorni è molto complicato”.