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Bahlsen, l'ereditiera: "Durante il nazismo trattammo bene i forzati"

verena bahlsen

E' polemica riguardo le dichiarazioni di Verena Balshen, ereditiera dell'omonima azienda di biscotti.

In Germania infuria la polemica per alcune affermazioni di Verena Bahlsen, ricca ereditiera dell’importante fabbrica di biscotti. Sembra infatti che la Bahlsen, così come altre aziende tedesche, sotto il nazismo si rese protagonista di una brutta pagina della storia dell’economia, accettando a lavorare alcuni forzati stranieri che il regime hitleriano aveva deciso di emarginare. L’azienda stessa aveva dichiarato di aver ospitato circa 200 lavoratori forzati tra il 1943 3 il 1945, in gran parte provenienti dalla Polonia. Durante una recente intervista al Bild, però, Verena sarebbe tornata sull’argomento, affermando che l’azienda non ha mai fatto differenze tra tedeschi e forzati: “E’ successo prima che io nascessi e abbiamo sempre pagato quei lavoratori quanto i tedeschi. Non abbiamo nulla di cui rimproverarci“.

Storici contro Verena Bahlsen

Le dichiarazioni di Verena non sono state apprezzate non solo dal popolo tedesco, ma anche dalla comunità degli storici. La Balshen, infatti, ha accettato di far lavorare un gruppo di donne a condizioni molto diverse rispetto ai normali dipendenti, seguendo così le direttive del regime. Gli studiosi hanno quindi definito le parole di Verena “insopportabili”, etichettandole come “discorsi da bar”. A seguito delle forti critiche ricevute, l’azienda è stata costretta a diramare una nota ufficiale in cui afferma di essere consapevole “della sofferenza e delle ingiustizie inflitte alle lavoratrici”. Le altre aziende che collaborarono con il nazismo, tra le quali Ibs, Volkswagen e Hugo Boss, hanno poi deciso di scusarsi nel corso degli anni.