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Sea Watch, Rackete accusa Berlino: volle registrare migranti in Italia

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Intervistata dalla Zdf, Carola Rackete ha affermato come il governo di Berlino abbia spinto per far registrare in Italia i migranti della Sea Watch.

Si aggiungono nuovi particolari alla vicenda della nave Sea Watch 3, attraccata lo scorso 29 giugno al porto di Lampedusa. Intervistata dall’emittente televisiva tedesca Zdf, la comandante della Sea Watch Carola Rackete ha infatti accusato il governo di Berlino di aver fatto pressioni affinché i 40 migranti a bordo della nave venissero fatti registrare in Italia. Ciò malgrado alcune città della Germania si fossero rese disponibili ad accogliere i migranti salvati.

Sea Watch, Rackete accusa Berlino

Ospite lo scorso 7 agosto del programma condotto dalla giornalista Dunja Hayali, la Rackete ha ribadito la volontà dei cittadini tedeschi di accogliere i migranti: “Quello che è interessante nel nostro caso è che, un giorno dopo che avevamo fatto il salvataggio, la città di Rottenburg si era dichiarata pronta a prendere i fuggiaschi. La città del Baden-Wuerttemberg era pronta anche a mandare un bus finanziato da donazioni ma l’operazione avrebbe dovuto ricevere un permesso”.

Permesso che come aggiunge poco dopo la stessa Rackete, sarebbe stato negato dal governo di Berlino per mano del ministro dell’Interno conservatore Horst Seehofer. La comandante spiega infatti: “Il ministro dell’Interno tedesco insistette perché i migranti venissero registrati in Italia. Ciò vuol dire che una soluzione ci sarebbe potuta essere.

L’eventuale ritorno in mare

Nel corso dell’intervista, Carola Rackete affronta inoltre anche il tema del rischio di effettuare salvataggi i mare con le attuali normative. Stando al Decreto Sicurezza appena approvato in Italia infatti, i capitani delle navi che salvano migranti possono essere sanzionati con multe di 1 milione di euro. In merito all’eventualità di proseguire con i salvataggi in mare, la donna risponde: “Abbiamo bisogno di navi che portino avanti i salvataggi. Statisticamente meno navi ci sono più persone muoiono e il programma Frontex vuole in questo momento aumentare i droni invece delle navi. Ma i droni non possono salvare nessuno”.

Alla domanda finale sulla possibilità di un ritorno alla guida di una nave poi, la Rackete afferma senza esitazione: “Se manca un capitano e non c’è nessuno pronto a salpare, allora sì, partirò senza dubbio”.