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Hong Kong, la governatrice: "Se potessi mi dimetterei". Poi smentisce

hong kong legge sull'estradizione

"Ho uno spazio politico per manovrare molto molto molto limitato", ammette la governatrice di Hong Kong Carrie Lam durante un incontro a porte chiuse

La governatrice di Hong Kong ribadisce ancora una volta che non ha intenzione di dimettersi ma un audio sembra smentirla. “Aver causato questo enorme caos a Hong Kong è imperdonabile, se avessi scelta la prima cosa sarebbe lasciare” avrebbe confessato Carrie Lam di fronte un ristretto gruppo di uomini di affari della città.

Lo sfogo di Carrie Lam

In un audio di 24 minuti, ottenuto dalla Reuters, la Chief Executive di Hong Kong scelta da Pechino lamenta il fatto di avere “uno spazio politico per manovrare molto molto molto limitato“. Sempre la Reuters aveva rivelato pochi giorni prima che Carrie Lam avrebbe provato a convicere la Cina a ritirare il disegno di legge sull’estradizione, ottenendo però dal governo una secca risposta negativa.

L’audio confermerebbe quindi come la governatrice abbia davvero poco margine di azione, tanto che i manifestanti la ritengono una sorta di marionetta in mano della Cina.

Durante l’incontro a porte chiuse la governatrice si lascia andare anche ad uno sfogo personale, come quando spiega che ora per lei “è estremamente difficile uscire di casa” perché, sottolinea: “Non vado al centro commerciale o dal parrucchiere perché la mia posizione verrebbe condivisa e troverei una folla di t-shirt e maschere nere ad aspettarmi”.

“Non mi dimetto”

Una volto diffuso l’audio, Carrie Lam cerca di correggere il tiro ed assicura di “non aver mai presentato le dimissioni a Pechino” e di “poter guidare la sua squadra nella risoluzione del dilemma”. Intanto, il 3 settembre 2019 la Cina non ha solo confermato il suo sostegno alla Chief Executive di Hong Kong ma esorta la governatrice ad “usare ogni tipo di norma per difendere lo stato di diritto” visto che per Pechino la protesta “ha odore di terrorismo“.