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Coronavirus, Oms: "In Italia il contagio è mistero"

Hans Kluge dell'Oms sul Coronavirus

Sull'emergenza dovuta al Coronavirus, è intervenuto anche il numero uno dell'Oms, Hans Kluge.

Sull’emergenza dovuta al persistere dell’epidemia del Coronavirus, è intervenuto anche il numero uno dell’Oms, Hans Kluge. “Quello che preoccupa della situazione italiana è che non tutti i casi registrati sembrano avere una chiara storia epidemiologica – dice -. Cioè un legame con viaggi in Cina o contatti con altri casi già confermati.”

Ora – continua in un’intervista a Repubblica – è molto importante capire come si sono svolti gli eventi, identificare e tracciare i contagi. Occorre che le autorità sanitarie italiane si focalizzino su questo aspetto. Gli sforzi delle autorità italiane sono ammirevoli. Noi ci siamo offerti di lavorare insieme per dare il nostro supporto, per il bene dei cittadini italiani e della comunità internazionale”.

Coronavirus parla l’Oms

Kluge ha invitato tutti ” a documentarsi sul Covid-19 su canali informativi affidabili”. Cioè “quelli del Ministero della Salute, dell’Istituto superiore di sanità, dell’Organizzazione mondiale della Sanità”. “Sicuramente – continua – non ci proteggerà dal contagio la discriminazione di chi ha un’origine diversa dalla nostra. È il tempo della solidarietà e della cooperazione”.Il numero uno dell’Oms ha infine commentato le parole del direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus. Quest’ultimo aveva affermato che “si sta chiudendo la finestra che avevamo per contenere i focolai”. Kluge risponde che “intendeva dire che il basso numero di casi al di fuori della Cina ci ha finora offerto l’opportunità di contenere la diffusione internazionale. Ora, anche se i casi in altri Paesi restano relativamente bassi, cominciamo a essere preoccupati per il numero di contagi che non hanno un chiaro legame con viaggi dalla Cina o con persone già malate, come sta succedendo appunto in Italia. Questo sta restringendo la finestra. Il contenimento però è ancora possibile”.