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Scontri a Parigi durante il corteo contro la violenza della Polizia

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A Parigi il corteo contro la violenza della Polizia crea disordini con lancio di oggetti da una parte e lacrimogeni dall'altra.

A Parigi è riesplosa la rabbia per la morte, avvenuta nel 2016, del 24enne nero Adama Traoré mentre era in stato di arresto. Il motivo è il nuovo referto sul decesso del giovane, il quarto dall’inizio dell’inchiesta e il secondo richiesta dalla famiglia privatamente: la sua morte sarebbe stata causata dalla tecnica di immobilizzazione adottata dai gendarmi, quella del placcaggio ventrale. Tutto questo ha portato migliaia di persone in strada per un corteo contro la violenza della polizia. La manifestazione è stata poi protagonista di alcuni incidenti con lancio di oggetti da parte dei manifestanti e di lacrimogeni da parte della polizia. Dal profilo Twitter della prefettura parigina si apprende: “Qualche incidente a margine della manifestazione non autorizzata e sui quali stiamo intervenendo”.

Incidenti al corteo contro la violenza della Polizia

I manifestanti in strada hanno risposto all’appello del comitato di sostegno alla famiglia di Adama Traorè e nel tardo pomeriggio di ieri, 2 giugno, si sono riuniti nella piazza del tribunale a nord-est di Parigi. Poi il lancio di oggetti e la risposta con gas lacrimogeni con molti dei presenti costretti a disperdersi nelle strade circostanti e sulla circonvallazione di Parigi. Centinaia di dimostranti hanno bloccato le auto sull’arteria inondata di fumo, facendole passare una alla volta. Scontri sporadici sono scoppiati sulla circonvallazione, dove gli agenti sono stati presi a sassate e hanno risposto sparando a colpi di LBD (o flash ball). Per le strade sono state erette barricate.

In serata, Assa Traoré, la sorella maggiore di Adama, ha detto alla folla: “Oggi non è più solo la lotta della famiglia Traoré, ma di tutti voi (…). Oggi, quando lottiamo per George Floyd, lottiamo per Adama Traoré. Davanti alla giovane donna, portavoce del Collettivo Adama, giovani manifestanti di ogni origine gridavano “Rivolta” o “Tutti odiano la polizia”. La prefettura di polizia aveva annunciato che la manifestazione non era autorizzata per le norme anti coronavirus che vietano qualsiasi raduno pubblico di più di dieci persone.