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Caso George Floyd, repubblicana Brehm: "Una messinscena contro Trump"

floyd trump

La morte di George Floyd sarebbe un pretesto per far cadere Trump. A dirlo una repubblicana del Texas su Facebook. Coinvolta anche la Russa.

Per la repubblicana Cynthia Brehm il la morte di George Floyd è un complotto contro Trump. La texana sostiene che sia una messinscena per creare tensioni razziali ed aumentare la paura. Dilagano in tutta l’America teorie complottiste che vedono il coinvolgimento della Russia ed i cartelli della droga.

La morte di Floyd, complotto contro Trump

La repubblicana Cynthia Brehm, presidente dei repubblicani della contea di Bexar in Texas, in un post pubblicato sui social, poi cancellato, ha affrontato il tema di George Floyd. La Brehm, però, si è spinta oltre il complotto e la cospirazione. I fatti accaduti a Minneapolis, che hanno portato alla morte di George Floyd, sarebbero stati “montati” per gettare la cattiva luce sul presidente Trump, al fine di danneggiarlo sull’elettorato afroamericano.

Il post della repubblicana è stato pubblicato su Facebook. “Penso che ci sia almeno la ‘possibilità’ che si sia trattato di un’esecuzione pubblica filmata di un uomo nero da parte di un poliziotto bianco con lo scopo di creare tensioni razziali e aumentare ulteriormente i sentimenti contro lo Stato da parte della gente comune, già psicologicamente traumatizzata dalla paura del Covid-19”.

Sono diversi sui social che gridano al complotto, anche tra la folla del popolo. C’è chi addirittura ha ipotizzato che la morte di Floyd non è mai avvenuta, nonostante sia stata fatta anche l’autopsia al corpo, ed ha chiesto se “qualcuno ha visto il filmato di George Floyd mentre veniva portato via? Lo hanno preso gli agenti? È arrivata un’ambulanza? Lo hanno messo su una barella?….Mi chiedo se sia realmente morto”.

La “russofobia” ed i cartelli della droga

La teoria del complotto non riguarda soltanto Trump. I sostenitori della sinistra Dem e radicale hanno tirato in gioco i complotti russi. Secondo la docente di Giurisprudenza dell’Università del Michigan, Barb McQuade, ha twittato un link ad un articolo del New York Times secondo cui i “rapporti dell’intel indicano che la Russia sta cercando di seminare il caos in America prima delle elezioni. Missione compiuta”.

Il Minnesota o meglio il governatore Tim Walz, insieme al sindaco di Minneapolis Jacob Frey, puntano il dito contro i suprematisti bianchi ed i cartelli messicani della droga che hanno usato questa vicenda per creare confusione all’interno delle città.

Tirata in ballo anche la MS13-Mara Salvatrucha, una gang salvadoregna presente in Usa, accusata di essere a capo delle manifestazioni in California. La questione ha suscitato perplessità tra le stesse fila dell’organizzazione criminale che uno dei membri è intervenuto dicendo: “Ci tirano in mezzo anche quando non abbiamo fatto niente”.