> > Coronavirus, Ryanair contro il Regno Unito: "Non fermiamo i voli"

Coronavirus, Ryanair contro il Regno Unito: "Non fermiamo i voli"

Michael O'Leary, amministratore delegato di Ryanair

Ryanair contro la decisione del Regno Unito di estendere la quarantena ai passeggeri: "Non fermiamo i voli". I britannici non credono alla quarantena?

Sta per iniziare l’estate e, dopo mesi di lockdown, chi ne ha la possibilità ha voglia di evadere. Per questo, la compagnia aerea Ryanair ha annunciato che non cancellerà i voli nei mesi di luglio e agosto, nonostante la quarantena ai passeggeri imposta dal Regno Unito: “Sanno che è spazzatura” ha replicato l’ad di Ryanair, Michael O’Leary.

Ryanair non ferma i voli nel Regno Unito

Migliaia di britannici stanno prenotando i loro viaggi per le vacanze. Un fenomeno in controtendenza rispetto alle misure di quarantena imposte dal premier britannico Boris Johnson per evitare una seconda ondata di Covid-19 nel Paese. Da Downing Street fanno sapere che ai viaggiatori internazionali sarà consentito muoversi, a patto di sottoporsi a una quarantena. Dura la replica a queste misure da parte di svariate compagnie aeree. Ryanair ha fatto sapere che non sospenderà i voli per i mesi di luglio e agosto. A chi ha domandato alla compagnia se sospenderà i voli, l’amministratore delegato di Ryanair, Michael O’Leary, ha risposto: “No, perché i voli sono al completo in partenza dal Regno Unito. I britannici ignorano questa quarantena, sanno che è spazzatura“. La compagnia irlandese fa sapere che dal primo luglio sono previsti: “un migliaio di voli giornalieri per destinazioni in tutto il Portogallo, Spagna, Italia, Grecia“.

Ryanair e le perdite durante la pandemia

La decisione della compagnia low-cost giunge dopo un periodo di crisi dovuto al lockdown. Sin da subito, Ryanair pensò all’eventualità di dimezzare i passeggeri sui propri voli. A costo di ridurre il numero dei dipendenti. La compagnia aveva, infatti, valutato l’eventualità di lasciare a casa 3mila lavoratori. Ryanair aveva annunciato nel primo trimestre fiscale del 2020 (aprile-giugno) meno dell’1 per cento dei voli programmati, vale a dire 150mila passeggeri in tutto, il 99,5 per cento in meno dei circa 42 milioni previsti inizialmente.

Johnson teme una nuova ondata di coronavirus

Sebbene dal 13 maggio nel Regno Unito è stato avviato un allentamento delle misure post lockdown, il premier Boris Johnson resta prudente. Per il premier è troppo presto per riaprire, per questo il governo si prepara a un piano di allerta basato sul fattore R dei contagi e questo spiega la prudenza di valutazione di Downing Street.

Per Johnson, che aveva inizialmente sottovalutato la portata della pandemia, le misure di contenimento come la quarantena sono le uniche efficaci. Anzi, mutuando le sue parole, fino “hanno evitato una catastrofe nel Paese“.