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Ucciso durante il processo per blasfemia: i video sui social

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L'uomo è stato freddato con 6 colpi durante il suo processo per blasfemia. L'assassino ha ammesso di averlo ucciso per motivi religiosi.

Un uomo è stato ucciso a colpi di arma da fuoco per blasfemia. Dal 2018 era in prigione per essersi definito un profeta. Naseem è stato freddato proprio durante il processo. L’assassino ha confermato “di averlo ucciso per aver commesso blasfemia”.

Uomo ucciso per blasfemia

Si chiamava Tahir Ahmad Naseem l’uomo ucciso con sei colpi d’arma da fuoco durante il suo processo nella città pakistana nordoccidentale di Peshawar. Subito dopo l’incidente, il suo assassino è stato arrestato. Naseem era in carcere con l’accusa di blasfemia, per aver affermato di essere un profeta nel 2018. Da allora era in prigione in attesa di processo, in quanto la blasfemia è legalmente punibile con la morte nel suo paese.

L’accaduto è stato ripreso anche con un video e condiviso sui social media: si vede il suo corpo in aula, mentre un’altra clip mostra l’assassino in manette. Naseem e il suo accusatore, Awais Malik, uno studente di una scuola religiosa islamica, avevano parlato online prima di incontrarsi in un centro commerciale a Peshawa. Per l’assassino, non è chiaro come l’uomo armato, chiamato Khalid, sia stato in grado di portare l’arma in aula.

La storia di Naseem

Naseem era stato cresciuto nella setta islamica di Ahmadi prima di andarsene, affermando di essere un profeta, pubblicando video online definendosi un messia. Il leader della comunità ha suggerito che l’imputato aveva problemi di salute mentale. Un ufficiale di polizia ha dichiarato: “Il colpevole si assume la responsabilità di averlo ucciso e afferma di averlo ucciso per aver commesso blasfemia. Il sospettato è stato arrestato sulla scena del delitto”.

Naseem è stato accusato di aver violato le sezioni 295-A, 295-B e 295-C del codice penale pakistano, che trattano di blasfemia contro l’Islam, criminalizzando, tra le altre cose, la contaminazione del sacro nome del Santo Profeta Muhammad“. Dal 1990, almeno 77 persone sono state uccise in relazione all’accusa.