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Fini sconfessa la legge che varò con Umberto Bossi: "Va cambiata, è mutata profondamente l’origine del fenomeno migratorio"

L'ex leader di AN Gianfranco Fini

Fini sconfessa se stesso: "Va cambiata perché l'origine del fenomeno è diversa, c'è il dovere morale di garantire asilo"

Gianfranco Fini sconfessa se stesso e si appella alle diverse circostanze storiche: “Quella legge va cambiata perché l’origine del fenomeno è diversa”. Quale legge? Quella che porta il suo nome, suo e quello del “senatur” leghista per eccellenza, Umberto Bossi. Il padre della “Bossi-Fini” spiega che la legge firmò da vicepremier non ha più ragione di esistere.

Fini sconfessa se stesso: “Va cambiata”

Ha detto Fini ripreso da molte agenzie e media: “La cosiddetta legge Bossi Fini è in vigore da vent’anni, va cambiata perché è mutata profondamente l’origine del fenomeno migratorio”. E ancora: “Esso ha oggi dimensioni globali ed è sempre più correlato al dovere morale, oltre che al diritto internazionale, di garantire diritto d’asilo a chi fugge da guerre, rischi di genocidio, catastrofi naturali, violazioni di massa dei diritti fondamentali dell’uomo”.

La firma di Fini e Bossi alla “189 del 2002”

Insomma, il “papà” della controversa legge 189 nel 2002 tornata agli onori di una cronaca terribile con la strage di Cutro rivede le sue posizioni perché sono cambiare le condizioni di partenza. Gianfranco Fini firmò la riforma da vicepresidente del consiglio dei ministri nel secondo governo guidato da Silvio Berlusconi e lo fece assieme all’allora ministro per le riforme istituzionali, Umberto Bossi.