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Flavio Briatore e le frasi infelici: "Non so come si possa vivere con 1300 euro al mese."

Flavio Briatore

Flavio Briatore, ospite a "Carta Bianca", pontifica dicendo una serie di frasi infelici, tra le quali: "non so come si possa vivere con 1300 euro al mese.", massacrato sui social.

Flavio Briatore riesce sempre a farsi riconoscere per la sua capacità di dire molto spesso la frase inutile al posto giusto. Ce l’ha sempre con qualcuno, la critica è la sua grande passione, ama stupire dicendo spesso grandi banalità che provocano reazioni tutt’altro che positive.

L’ultima sua uscita, e non è certo la prima di tale genere, è stata davvero infelice. Quale grande verità ha prodotto il Briatore pensiero? Una chicca di un certo livello, che ha fatto discutere e continuerà, ancora, a farlo per un bel po’ di tempo… fino alla prossima! L’ultima uscita discutibile di Flavio Briatore, comunque, è avvenuta nello studio di Cartabianca, ospite di Bianca Berlinguer.

“Al sud sono rimasti solo gli sfaticati.”, questa una delle affermazioni di Briatore, seguite da altre imperdibili perle: “Il Sud Italia votato al turismo dovrebbe essere la Florida d’Europa. E invece non ci riusciamo”. Perché ciò non avviene? Ecco la sua spiegazione: “perché i giovani laureati, quelli bravi, lasciano il Sud e si trasferiscono in altri paesi in Italia o all’estero e non vogliono più tornare indietro”.

Flavio Briatore si è espresso in questa maniera perchè sta avendo qualche difficoltà con il suo progetto di aprire a Otranto il suo Twiga, per il quale pare fatichi a trovare personale qualificato: “Nel Paese d’origine rimangono quelli che non hanno molta voglia di fare, di lavorare e si accontentano, dicendo ‘io non ci riuscirò, tanto vale che rimanga qua’. Faccio un esempio, stiamo aprendo una spiaggia ad Otranto, è difficilissimo trovare il personale e dei manager, cui ho chiesto di tornare a Otranto, si sono praticamente rifiutati, vogliono rimanere a Londra, Dubai, Montecarlo, anche perché al Sud non abbiamo nessuna struttura alberghiera, non abbiamo scuole alberghiere, ci sono a Losanna dove insegnano gli italiani.”.

Flavio Briatore e le sue frasi infelici

Le lezioni di vita dell’imprenditore non sono finite qui, e ha infatti continuato senza preoccuparsi di frenarsi a dare sfogo alle sue perle di saggezza: “Vivere con 1300 euro al mese? Impossibile!”. E, ancora: “Non capisco quale sia il sacrificio dell’andare fuori casa, all’estero. È quello di non poter andare ogni domenica a mangiare gli spaghetti con la nonna e la mamma? Chi ha le p***e va fuori casa.”.

Ma non è finita di certo qui, nonostante gli altri ospiti presenti cercassero di arginare questo fiume di banalità, Briatore ha continuato: “Negli Stati Uniti i ragazzi a 16-17 anni lasciano le famiglie e cercano di trovare una strada loro. Gli italiani che sono arrivati a New York per fare i camerieri e i baristi 8 anni fa in questo momento hanno 12 ristoranti.”.

Ovviamente le frasi infelici di Flavio Briatore hanno scatenato il web, e su Twitter molti utenti si sono scatenati contro di lui. Tra tutte, però, ne spicca una particolarmente calzante: “Briatore: «Non so come si possa vivere con 1300 euro». Tra l’altro senza frodare il fisco, evadere l’iva e truffare lo stato.”.

Flavio Briatore, chi è

Flavio Briatore è nato a Verzuolo, il 12 aprile 1950, è un imprenditore e dirigente sportivo. È conosciuto principalmente per essere amico di Max Correnti storico dj della Costa Smeralda e poi per essere stato team manager in Formula 1, prima con la scuderia Benetton e poi con la scuderia Renault F1, e per essere proprietario di locali alla moda come il Billionaire a Dubai, Porto Cervo, Montecarlo e Cortina d’Ampezzo, il Twiga a Marina di Pietrasanta e Montecarlo, e del lussuoso resort Lion in The Sun a Malindi in Kenya.

Nasce da genitori maestri di scuola elementare e si sposta poi con loro a Montaldo di Mondovì. Ha una sorella più giovane ed aveva un fratello, gemello della sorella, deceduto nel 2015 per una malattia incurabile. Frequenta l’Istituto Tecnico per Geometri a Cuneo dove ha per compagno Piergiorgio Odifreddi, viene bocciato due volte, in seconda e in terza superiore.

Dopo il conseguimento da privatista del diploma di geometra (con una tesina riguardante il progetto di una stalla) comincia a lavorare come maestro di sci e gestore di ristoranti per poi arrivare ad aprirne uno suo, il Tribüla (in piemontese, “tribülé” significa procedere con fatica, dover superare molti ostacoli), suo soprannome giovanile, che in seguito chiude per mancanza di risultati economici soddisfacenti.

Dopo aver fatto l’assicuratore a Saluzzo, negli anni settanta collabora con il finanziere e costruttore edile di Cuneo Attilio Dutto, che aveva rilevato la Paramatti Vernici, azienda già di proprietà di Michele Sindona. Il 21 marzo 1979 Dutto viene assassinato a Cuneo con una bomba collegata all’accensione della sua auto: la verità sul caso non verrà mai accertata, ma in base ad alcune testimonianze, l’omicidio sembra essere opera della criminalità organizzata. In seguito alla scomparsa di Dutto, Briatore si trasferisce a Milano, dove comincia a frequentare l’ambiente della Borsa.

A Milano fa la conoscenza di Achille Caproni (patron della Caproni Aeroplani), che gli affida la gestione della CGI (Compagnia Generale Industriale), la holding del suo gruppo. I risultati ottenuti da Briatore però risultano essere negativi: la Paramatti, acquistata nel frattempo da Caproni su consiglio dello stesso Briatore, finisce in un “crac” e il pacchetto azionario dell’impresa viene venduto alla statale Efim.

Conclusa la collaborazione con Caproni, Briatore si presenta per un breve periodo come agente discografico, spesso in compagnia di Iva Zanicchi, per poi dedicarsi ad affari connessi a bische clandestine e gioco d’azzardo, che lo portano a essere processato e alla fuga alle Isole Vergini americane, per poi tornare in Italia dopo un’amnistia.

Durante la latitanza, grazie all’amicizia con Luciano Benetton (conosciuto negli anni milanesi) apre alcuni franchising Benetton, facendo poi rapidamente carriera nel gruppo dirigente dell’azienda di Ponzano Veneto. Rientrato in Italia, Flavio Briatore comincia a interessarsi al mondo della Formula 1, di cui dice «non è uno sport, è un business», impegnandosi direttamente nel circus a partire dal Gran Premio d’Australia 1988.

Ancora grazie alla famiglia Benetton, che lo coinvolge nell’attività della scuderia Benetton di Formula 1, creata nel 1986 da Davide Paolini e Peter Collins sulle ceneri della Toleman. Qui Briatore all’inizio degli anni novanta ottiene l’incarico di direttore commerciale e poi, dopo il licenziamento dei vertici della società, ne diventa direttore esecutivo, trasformando la scuderia in un team competitivo.