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Fratello e parente morti nel naufragio, lo Stato non paga malgrado una sentenza

La nave albanese "Kater I Rades"

Il 28 marzo del 1997 la "Kater I Rades" fu speronata con 81 morti nel naufragio, lo Stato non paga malgrado una sentenza

Fratello e parente morti nel naufragio, lo Stato non paga malgrado una sentenza ed il risarcimento che sarebbe dovuto toccare ai familiari per un fatto accertato del 1997 non è arrivato ma le cartelle esattoriali si. Una vicenda surreale che vede alcuni di quei familiari piangere un fratello disperso e un altro parente deceduto nella cosiddetta tragedia del “venerdì santo”. Fu quella che avvenne nel Canale di Otranto il 28 marzo 1997. In quelle circostanze una nave con oltre 120 profughi albanesi, la “Kater I Rades” tra cui numerose donne e bambini, si scontrò con la corvetta della Marina Militare Sibilla.

Morti nel naufragio ma lo Stato non paga

Le vittime furono 81 e 34 i sopravvissuti. Attenzione: dopo un lungo processo il Ministero è stato condannato a risarcire i quattro familiari di quel disperso e di quella vittima. Gli istanti sono di origini albanesi ma risiedono a Jesi, in provincia di Ancona. Il risarcimento era stato fissato a 200mila euro da una sentenza che attribuisce la responsabilità allo Stato nei fatti di Otranto. E si tratta di un giudicato definitivo da 9 anni, tuttavia il risarcimento non è mai arrivato malgrado quella causa civile da loro avviata e vinta. Potrebbe esserci di peggio?

Dopo 25 anni arrivano le tasse

Si, perché 25 anni dopo da quella tragedia al posto dei risarcimenti sono arrivate le cartelle esattoriali. A chi? A loro, ai familiari delle vittime, che devono pagare le spese di deposito di sentenza senza aver ottenuto ciò che la sentenza stessa aveva statuito. Si tratta di circa 16mila euro più 5mila di sanzione. L’avvocato Andrea Nobili che segue i familiari si è rivolto al garante della Puglia per quello che appare uno sconcio forse peggiore della tragedia colposa che lo aveva innescato.