> > Funerali Genova: dopo Bagnasco la preghiera dell'Iman

Funerali Genova: dopo Bagnasco la preghiera dell'Iman

funerali di Stato

Due delle 41 vittime del crollo del ponte Morandi erano musulmane. Ai funerali di Stato un momento di preghiera con l'Iman di Genova.

Non è stato solo l’arcivescovo di Genova Angelo Bagnasco a celebrare i funerali di Stato per le vittime del crollo del ponte Morandi. Due delle 41 vittime, infatti, erano di religione islamica. Dopo l’omelia del cardinale, quindi, ha guidato un momento di preghiera “nel nome del Dio Unico” l’Iman di Genova Salah Husein. Subito dopo c’è stato un apprezzato discorso di Mohamed Nour Dachan, presidente onorario dell’Unione delle comunità islamiche d’Italia.

Funerali di Stato

Celebrati sabato 18 agosto 2018 i funerali di Stato per le vittime del crollo del ponte Morandi a Genova. Solo 19 famiglie, su 41 morti accertati, hanno però accettato le esequie pubbliche con i rappresentanti dello Stato. Quando entrati nel padiglione Jean Nouvel del Fiera di Genova scattati gli applausi per i due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini, segno questo probabilmente del fatto che la speranza del cambiamento sta prevalendo sulla rabbia. Accolto con calore anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che si è stretto in un lungo e commosso abbraccio con i parenti delle vittime.

L’omelia dell’arcivescono Angelo Bagnasco

“Proprio dentro a questa esperienza, che tutti in qualche modo ha toccato, si intravvede un filo di luce” assicura nella sua omelia l’arcivescovo di Genova Angelo Bagnasco, che ha celebrato i funerali di Stato. “Quanto più ci scopriamo deboli ed esposti, tanto più sentiamo che i legami umani ci sono necessari: sono il tessuto non solo della famiglia e dell’amicizia, ma anche di una società che si dichiara civile” ha sottolineato.

“Questi vincoli, che ci uniscono gli uni con gli altri, richiedono una affidabilità solida e sicura: senza un amore affidabile, infatti, non sarebbe possibile vivere insieme”, ha precisato infatti il cardinale, descrivendo poi “la gioia della semplice presenza degli altri che ci permette di portare la vita, e di condividere gioie e dolori”. “Come un ponte ci permette di varcare il vuoto, così la fiducia ci consente di attraversare le circostanze facili o ardite della strada terrena” ha spiegato.

“È questa l’ora della grande vicinanza. – ha aggiunto – Siamo certi che nel cuore di ognuno stia crescendo per Genova un amore ancora più grande, convinto che essa lo merita, che non può essere dimenticata da nessuno, e che la sua vocazione è scritta nella sua storia di laboriosità e di tenacia, oltre che nella sua posizione di porta fra il mare e il continente”.

Appello per gli sfollati

“Alziamo lo sguardo, la Madonna Assunta al cielo ci invita anche in questo momento guardare in alto, verso Dio, fonte della speranza e della fiducia” ha proseguito Bagnasco.”Guardando a lui eviteremo la disperazione e potremo tornare a guardare con coraggio il mondo, la vita, la nostra amata città, – ma anche – guardarci gli uni gli altri e riconoscerci fratelli, perché figli dello stesso Padre ben oltre ogni differenza. Potremo rinnovare la fiducia reciproca e consolidare la vicinanza di queste ore. Potremo costruire ponti nuovi e camminare insieme”.

Infine, l’arcivescovo di Genova ha rivolto un appello alle Istituzioni presenti affinché ” i numerosi sfollati non solo trovino temporanea ospitalità, ma che possano ritrovare presto il necessario calore della casa”. Nella giornata di domenica 19 agosto, infatti, oltre cento dei seicento sfollati a causa del crollo del ponte Morandi si sono riuniti in assemblea in un circolo nei pressi di via Porro. Tanta l’indignazione, con chi si è lamentato spiegando: “Le notizie sulle case le sentiamo solo dalla televisione. Qui nessuno ci chiama e hanno tutti il nostro numero”. “Il sindaco Bucci e il governatore Toti sono venuti qui dieci minuti i primi giorni e poi sono scappati via” ha denunciato un’altro.

Giuseppina invece lamenta, come riporta Primocanale.it: “Ci hanno fatto andare in un albergo e la nostra stanza è una cabina telefonica. Siamo in tre e non riusciamo né a muoverci né a lavarci. Chiediamo solo un po’ di decoro, solo quello”. E ancora: “C’è il bagno ma non abbiamo posto per le cose, ci scontriamo passando e ho detto di non andare a pulire perché teniamo tutta la nostra roba sul letto”.

La preghiera dell’Iman

Dopo i funerali con rito cattolico celebrati dal cardinal Angelo Bagnasco, si sono svolti quelli con rito islamico alla presenza dell’Imam di Genova. Tra le vittime del crollo del ponte Morandi a Genova, infatti, c’erano anche due musulmani. A guidare il momento di preghiera “nel nome del Dio Unico” l’Iman Salah Husein, segretario della comunità dei Musulmani della Liguria. Successivamente ha preso la parola Mohamed Nour Dachan, presidente onorario dell’Unione delle comunità islamiche d’Italia.

“Siamo vicini a tutti voi, preghiamo perché la pace sia per tutti voi, per l’Italia, per gli italiani” ha dichiarato prima di tutto Dachan. Ha quindi ricordato come Dio “nella sua infinità misericordia per primo ci ha insegnato il valore dei ponti, con il primo ponte simbolico che ha unito il primo uomo e la prima donna creando così l’unione con tutta l’umanità”.

Genova “saprà rialzarsi con fierezza la nostra Genova, Zêna che in arabo significa la bella. – ha assicurato quindi il presidente dell’Unione delle comunità islamiche d’Italia – Nei nostri cuori, le comunità islamiche di Genova e dell’Italia intera pregano affinché la pace sia con tutti voi e che il signore protegga l’Italia e gli italiani”.