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Funivia Mottarone, la gip sulle scarcerazioni: "Ringraziate che il sistema e garantista"

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Nel commentare le scarcerazioni di due dei tre indagati, la gip di Verbania ha ribadito che non sussisteva il pericolo di fuga.

Mentre proseguono le indagini sull’incidente della funivia del Mottarone, costato la vita a 14 persone, la giudice per le indagini preliminari Donatella Buonamici ha commentato le scarcerazioni di due dei tre indagati rispondendo ai giornalisti che chiedevano ulteriori informazioni sulla vicenda. La gip la precisato che le scarcerazioni sono state decise in quanto non sussistevano pericoli di fuga per gli indagati, criticando l’indignazione dell’opinione pubblica in merito all’interruzione della custodia in carcere.

Funivia Mottarone, la gip commenta le scarcerazioni

Ai microfoni dei giornalisti ha gip Buonamici ha dichiarato: Dovreste essere contenti di vivere in uno stato democratico. Secondo me non c’erano le esigenze cautelari e gravi indizi di colpevolezza per tenere in carcere gli indagati. […] Io ho osservato che non sussisteva il pericolo di fuga, non esisteva. Non ho ritenuto per due persone la sussistenza dei gravi indizi non perché non abbia creduto a uno” – ma – “perché ho ritenuto non riscontrata la chiamata in correità, che deve essere dettagliata: questa non lo era ed era smentita da altre risultanze”.

Scarcerazioni funivia, la gip critica il giustizialismo dei mass media italiani

La gip di Verbania ha poi condannato l’atteggiamento giustizialista della stampa nazionale, sottolineando l’impostazione garantista del nostro sistema giudiziario: “Il pm fa il suo lavoro bene e io faccio il mio lavoro credo altrettanto onestamente, è il sistema, dovreste ringraziare che il sistema è così, dovete essere felici di vivere in uno Stato in cui il sistema fa giustizia o è una garanzia e invece sembra che non siate felici, l’Italia è un paese democratico”.

Scarcerazioni funivia, il commeno della gip e il vertice con il consulente del Politecnico

Nel frattempo nella giornata del 1 giugno si è tenuto in procura l’atteso vertice tra il consulente del Politecnico di Torino Giorgio Chiandussi e gli inquirenti, volto a stabilire con certezza le cause dell’incidente della funivia del Mottarone. L’accertamento, coordinato dalla procuratrice Olimpia Bossi, porterà a nuove iscrizioni nel registro degli indagati oltre a quelle del caposervizio Tadini, del gestore Nerini e del direttore di esercizio Perocchio. Secondo la procuratrice Bossi, i suddetti accertamenti sono inoltre: Finalizzati a capire perché la fune si è rotta e si è sfilata e se il sistema frenante aveva dei difetti”.