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Garlasco, reperti originali scomparsi: problemi per la nuova inchiesta?

Garlasco inchiesta

La nuova inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco rischia di bloccarsi per la scomparsa di reperti chiave, denuncia Il Messaggero.

L’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco, continua a suscitare grande attenzione e mistero. Dopo anni di processi e dibattiti, una nuova inchiesta si è aperta con la speranza di fare finalmente chiarezza. Tuttavia, già all’inizio emergono ostacoli che rischiano di compromettere le indagini, mettendo a rischio la verità su uno dei casi più controversi e seguiti della cronaca italiana.

Ecco cosa è emerso.

Il legale Tizzoni esprime dubbi sulla riapertura del caso Poggi

Gian Luigi Tizzoni, legale della famiglia Poggi, ha espresso dubbi sulla riapertura del caso. In una recente udienza ha ricordato che Stasi è già stato condannato definitivamente e che la famiglia, pur aperta a verifiche, teme un nuovo processo basato su prove fragili.

Inoltre, l’avvocato ha suggerito alla Procura di ampliare il numero di persone sottoposte al test del Dna, per evitare di rincorrere “l’Ignoto 7, 8 o 9”.

Garlasco, nuova analisi del Dna di Chiara Poggi conferma sospetti ma apre a ipotesi inedite

I periti della Procura di Pavia hanno rielaborato i dati delle prime analisi forensi con strumenti statistici avanzati, stabilendo che il Dna trovato è da 476 a 2.153 volte più compatibile con Andrea Sempio rispetto a un individuo sconosciuto. Tuttavia, senza il campione fisico, non si può escludere il rischio di contaminazione. La nuova perizia, prevista dal 17 giugno, si baserà esclusivamente su dati esistenti.

Inoltre, sarebbe emerso un secondo profilo genetico maschile sull’anulare sinistro di Chiara, non riconducibile né a Sempio né a Stasi, suggerendo un possibile coinvolgimento di una terza persona. Per evitare dubbi, saranno analizzati anche i Dna dei carabinieri presenti sulla scena del delitto, avvenuto a Garlasco nel 2007.

Garlasco, i reperti originali non si trovano: a rischio la nuova inchiesta?

La nuova indagine sull’omicidio di Chiara Poggi rischia di fermarsi prima ancora di partire sul serio. A farlo emergere è un’inchiesta del quotidiano Il Messaggero, che ha messo in luce la sparizione di prove fondamentali: tra queste, frammenti di intonaco con impronte, il pigiama della vittima con tracce cruciali e soprattutto il materiale genetico trovato sotto le unghie di Chiara. Quel Dna, secondo gli esperti nominati dalla Procura, risultava fino a 2.153 volte più compatibile con il profilo di Andrea Sempio rispetto a un soggetto sconosciuto.

L’inchiesta giornalistica sostiene che queste prove sarebbero state distrutte dopo la sentenza definitiva contro Stasi, in un periodo in cui non si prevedeva alcuna riapertura del fascicolo.