> > Gioconda, nuova sorprendente teoria sul dipinto leonardesco

Gioconda, nuova sorprendente teoria sul dipinto leonardesco

Gioconda

Nuove teorie su la Gioconda, uno dei quadri più famosi al mondo, dipinto nel 500 da Leonardo da Vinci: a formularla uno studioso italiano.

La Gioconda, nota anche come Monna Lisa, è uno dei quadri più conosciuti al mondo. Dipinto da Leonardo da Vinci nei primi anni del 1500, è tuttora conservato nel museo del Louvre, a Parigi.

È impossibile non conoscere questo dipinto, e a tutti, senza esagerare, è noto il sorriso enigmatico della donna che Leonardo da Vinci ha voluto fissare sul suo dipinto e regalare, nei secoli, a tutti coloro che ancora oggi accorrono ad ammirarla.

Il sorriso della Gioconda

Le dimensioni del quadro che ritrae la Gioconda sono piuttosto ridotte, diversamente da quanto ci si potrebbe aspettare, infatti, si tratta di un dipinto ad olio su una tavola di legno di pioppo dalle dimensioni di 77 cm. d’altezza x 53 cm. di base e 13 mm di spessore.

Nonostante questo, però, il dipinto ha una forza incredibile, una potenza magnetica, un’attrazione difficile da eguagliare, e la donna che vi è ritratta, conosciuta davvero in tutto il mondo, sorride in un modo difficile da spiegare, in una maniera tale che è impossibile non rimanerne affascinati.

Gioconda

Perché, dunque, la Gioconda ha sempre attirato l’attenzione degli studiosi e di tutti coloro che, e non si sbaglia nel dire “nei secoli dei secoli”, hanno voluto studiare il suo volto e cercare di saperne di più su di lei, sul perché Leonardo da Vinci decise di ritrarla? Non si tratta solo del sorriso di Monna Lisa, ma anche di tutto ciò che nel quadro è rappresentato.

La Gioconda e Leonardo da Vinci

Se si conosce un po’ la storia di Leonardo da Vinci, i suoi studi, le sue opere, le sue curiosità, si saprà che era un personaggio molto particolare. Tutto ciò che faceva, tutto ciò che intraprendeva, aveva significati precisi, definiti, mai lasciati al caso.

Non è, quindi, solo il volto in sé ritratto nel quadro dove la Gioconda risulta assoluta protagonista, ma anche il paesaggio che Leonardo ha scelto e che la circonda e, ancora, tutti gli elementi che si trovano e riconoscono nel quadro.

Ecco il motivo per il quale, quindi, molti studiosi hanno deciso, nel tempo, di cercare di capire cosa si nasconde in questo dipinto, se c’è un mssaggio nascosto, chi è in realtà la Gioconda.

Tra le teorie più accreditate ha trovato fondamento quella secondo la quale nel dipinto è ritratta, almeno secondo ciò che tradizionalmente è stato tramandato, Lisa Gherardini, cioè “Monna” Lisa – ovvero un diminutivo di “Madonna” derivante dalla parola latina “Mea domina” che oggi avrebbe lo stesso significato di “Signora” -, moglie di Francesco del Giocondo, e da qui la “Gioconda”.

La nuova teoria su la Gioconda

Oggi, dallo studioso italiano Paolo Militone, arriva una nuova teoria sul quadro. A quanto dichiarato in un’intervista, pare che lo studioso sia riuscito ad individuare un particolare in grado di dare un’innovativa chiave di lettura al dipinto di Leonardo da Vinci.

Tutto è nato nel momento in cui Militone ha osservato una fotostampa del dipinto. Ed è lui stesso a spiegare cosa avrebbe scoperto: “A quel tempo ebbi a notare un curioso particolare impresso su quella fotostampa: due piccole immagini scure ai lati della stessa che, in quel momento, mi sembrarono due semicerchi. Intuitivamente parlando, mi venne istintivo fare una semplice operazione manuale (cosa che chiunque può fare): arrotolai la fotostampa su sé stessa facendo combaciare i lembi sinistro e destro, pensando: Dove ci sono due semicerchi scuri opposti, ci sarà un cerchio completo. Ma oggi, ingrandendo bene, vedo che secondo me rappresentavano ben altro e che, all’epoca, l’effetto dei semi cerchi sarà stato dovuto più che altro all’effetto, alla qualità e/o alle dimensioni ridotte di quella mia fotostampa.”.

Cosa comporta, quindi, la scoperta di Militone? Porta a due conclusioni da lui formulate: in primo luogo, seguendo la teoria della tecnica da lui individuata, lo studioso avrebbe individuato nel dipinto un oggetto misterioso, simile ad “un’urna, un cofanetto o un ostensorio – credo anche il viso stesso di Leonardo Da Vinci.”.

A seguire, poi, sempre secondo questa teoria, appare probabile che il quadro sia stato dipinto non su un cavalletto, ma su una tela stretta intorno ad una colonna. Teorie interessanti: ci sarà qualcuno pronto a sposarle e a renderle non più solo delle ipotesi?