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Guerra in Ucraina, Liliana Segre: "Equidistanza non è concepibile, dobbiamo sostenere il popolo ucraino"

Liliana Segre guerra Ucraina

Liliana Segre ha parlato di una "guerra assurda e sanguinosa", una "aggressione immotivata e ingiustificabile contro la sovranità dell'Ucraina".

Ha vissuto sulla sua pelle le atrocità della guerra e dopo 80 anni se ne fa testimone preziosa. Le sue parole ti toccano il cuore e sanno pesare come macigni. Riflette e fa riflettere: così il suo commento in merito alla situazione ai confini orientali dell’Europa costituisce uno spunto sul quale è bene soffermarsi. Liliana Segre ha parlato della guerra in Ucraina e ribadisce pieno sostegno al popolo vittima dell’invasione russa.

Guerra in Ucraina, le parole di Liliana Segre

Intervenuta con un lungo messaggio al diciassettesimo Congresso nazionale dell’Associazione nazionale partigiani, la Segre ha sottolineato: “La guerra assurda e sanguinosa che all’improvviso è tornata a sconvolgere il cuore della nostra Europa provoca in me un orrore che non mi è facile descrivere. Quelle bombe sulle case, quelle famiglie in fuga, quei padri che baciano i figli forse per l’ultima volta e tornano indietro per combattere. Quanti ricordi di un terribile passato, che non avrei mai immaginato di rivedere così vicino a noi“.

Quindi ha aggiunto: “L’aggressione immotivata e ingiustificabile contro la sovranità dell’Ucraina rappresenta proprio l’esempio evidente del tipo di guerra che, più di ogni altro, l’articolo 11 della Costituzione ci insegna a “ripudiare” la guerra come “strumento di offesa alla libertà degli altri popoli”. La resistenza del popolo invaso rappresenta l’esercizio di quel diritto fondamentale di difendere la propria patria, che l’articolo 52 prescrive addirittura come “sacro dovere”. Non è concepibile nessuna equidistanza“.

A tal proposito, la senatrice a vita ha detto chiaramente: “Se vogliamo essere fedeli ai nostri valori, dobbiamo sostenere il popolo ucraino che lotta per non soccombere all’invasione, per non perdere la propria libertà”.

Poi ha concluso:Proviamo tutti lo stesso senso di ripugnanza, di angoscia e anche di impotenza di fronte a questa guerra. Possiamo solo unirci nel chiedere un immediato cessate il fuoco, la fine dell’invasione russa, l’invio di rapidi aiuti alla popolazione civile, l’avvio di trattative a oltranza, l’affidamento all’Onu di un ruolo di interposizione, il ristabilimento di una pace autentica basata sulla giustizia e il rispetto dei diritti dei popoli”.