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Guerra in Ucraina, scaduto l’ultimatum a Mariupol. Mosca: “Elimineremo tutti”

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Guerra in Ucraina: la resistenza ucraina a Mariupol ha rifiutato l’ultimatum dei russi. Mosca minaccia l’eliminazione di tutti i militari inviati da Kiev.

Guerra in Ucraina: la resistenza ucraina a Mariupol ha rifiutato di sottostare all’ultimatum posto dalle truppe russe. Mosca minaccia l’eliminazione di tutti i militari inviati da Kiev.

Saltato l’accordo Russia-Ucraina sui corridoi di evacuazione dalle aree di guerra

La vicepremier ucraina Iryna Vereshchuk ha comunicato tramite il suo canale Telegram che la Russia e l’Ucraina non sono riuscite a raggiungere un accordo riguardo i corridoi di evacuazione per aiutare i civili in fuga dalle zone che rappresentano i principali teatri della guerra.

In particolare, la vicepremier Vereshchuk ha dichiarato: “Non siamo stati in grado di concordare il cessate il fuoco sulle vie di evacuazione. Ecco perché, sfortunatamente, oggi non apriamo corridoi umanitari”.

La politica ucraina ha anche specificato che il Governo di Kiev ha chiesto l’attivazione dei corridoi umanitari per consentire l’evacuazione dei civili e delle truppe ucraine ferite da Mariupol.

Intanto, lo Stato Maggiore delle forze ucraine ha rivelato tramite la diffusione di una nota ufficiale che le milizie russe sono prossime ad attuare uno sbarco navale nel Paese: “Le unità delle 810 e 155 brigate marine si stanno preparando per l’operazione di sbarco. Le informazioni sono attualmente in fase di chiarimento“.

Guerra in Ucraina, scaduto l’ultimatum a Mariupol. Mosca: “Elimineremo tutti”

Dalla Russia, poi, il Ministero della Difesa ha annunciato “l’eliminazione” di tutte le forze di resistenza ucraina che ancora si trovano nella città portuale di Mariupol a seguito della loro decisione di ignorare l’ultimatum posto da Mosca rispetto alla resa. La notizia è stata riportata dalla CNN.

A quanto si apprende, i soldati ucraini erano stati sollecitati “a deporre volontariamente le armi e ad arrendersi per salvare le loro vite”.

Il Ministero della Difesa russo, però, ha rivelato: “Il regime nazionalista di Kiev, stando a intercettazioni radiofoniche, ha proibito i negoziati sulla resa. Ha ordinato ai nazisti del Battaglione Azov di sparare a chiunque abbia intenzione di deporre le armi. Secondo i soldati ucraini che si sono precedentemente arresi, ci sono fino a 400 mercenari stranieri che si sono uniti alle forze di Kiev intrappolati nell’acciaieria inclusi europei e canadesi. In caso di ulteriore resistenza, tutti saranno eliminati“.

Zelensky sulla resistenza ucraina a Mariupol e le minacce di Mosca

A proposito dell’eliminazione della resistenza ucraina a Mariupol, è intervenuto il presidente Volodymyr Zelensky.

Secondo quanto scritto dal Kyiv Independent nella giornata di sabato 16 aprile, il presidente Zelensky ha affermato: “L’eliminazione delle forze ucraine che difendono Mariupol significherebbe la fine dei negoziati con la Russia – e ha aggiunto –. La Russia vuole che i difensori di Mariupol si arrendano ma l’Ucraina non si fida di Mosca, ricordando la battaglia di Ilovaisk nel 2014 quando i separatisti alleati di Mosca massacrarono soldati ucraini disarmati, ha rimarcato Zelensky. I difensori di Mariupol si battono uno contro sei e hanno bisogno di armi pesanti il più presto possibile. A Mariupol, si sta vivendo una crisi umanitaria”.

Intanto, Kiev ha ricevuto le prime armi che fanno parte dell’ultimo paccheto da 800 milione di dollari di aiuti militari promessi e inviati dalla Casa Bianca, in considerazione di quanto comunicato dalla CNN.

Guerra in Ucraina, Mosca elenca gli obiettivi distrutti nel Paese

Il Ministero della Difesa della Federazione Russa ha anche notificato la distruzione da parte delle truppe russe di dozzine di strutture militari ucraine. Tra gli obiettivi neutralizzati, Mosca ha elencato la presenza di depositi di munizioni e carburanti a Severodonetsk, Kremmina e altre cittadine situate nella Repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk. Inoltre, è stata confermata la distruzione di dieci veicoli aerei senza pilota ucraini nel Donbass a opera del sistema di difesa aerea russo.

L’esercito di Mosca ha anche effettuato un raid missilistico sulla città di Brovary, un sobborgo a 12 chilometri a nord-est di Kiev, nella mattinata di domenica 17 aprile. Il sindaco di Brovary, Igor Sapozhko, ha rivelato che molte infrastrutture sono state danneggiate. L’attacco potrebbe anche provocare l’interruzione delle forniture di acqua e elettricità: il sindaco, tuttavia, ha invitato la popolazione a mantenere la calma.

Nelle ultime 24 ore, la Russia ha anche bombardato Kharkiv per 23 volte, uccidendo 3 civili e ferendone 31, come riportato dal governatore dell’Oblast di Kharkiv, Oleh Synehubov, citato dal Kyiv Independent.

Alle 04:00 del mattino di domenica 17 aprile, invece, a Kiev hanno cominciato a suonare le sirene, sollecitando la popolazione a recarsi nei rifugi antiaerei.

Presidente della Duma russa: “Zelensky deve ritirare le truppe dal Donbass se vuole salvare il suo popolo”

In merito alla guerra in Ucraina, è intervenuto il presidente della Duma russa Vyacheslav Volodin. Sulla base di quanto riferito dall’agenzia Tass, il presidente della Duma russa ha dichiarato quanto segue: “Sulla disponibilità di Zelensky a discutere la volontà di aderire alla Nato e lo status della Crimea, dopo il ritiro delle truppe russe, ha detto lo stesso prima dei colloqui in Turchia, quando le nostre truppe erano vicino a Kiev. La Russia ha ridotto l’attività in quella zona e ha ritirato le truppe. E poi ci sono state la messa in scena di Bucha e altre provocazioni. Kiev è venuta meno agli impegni che aveva accettato”.

Per Vyacheslav Volodin, quindi, il presidente Zelensky dovrebbe ordinare alle sue truppe di ritirarsi dalle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, se ha realmente a cuore la sopravvivenza del suo popolo. Il presidente della Duma, poi, ha precisato che l’esercito di Kiev ha perso 23.367 persone sin dall’inizio dell’operazione militare speciale in Ucraina ordinata dal Cremlino mentre 1.464 persone si sono arrese a Mariupol fino alla giornata di sabato 16 aprile. Altri 2.500 militari, invece, sono attualmente bloccati nello stabilimento cittadino di Azovstal.

Rivolgendosi al presidente ucraino, quindi, Volodin ha asserito: “Se Zelensky si preoccupa per il popolo ucraino, dovrebbe prendere immediatamente le seguenti decisioni – e ha ribadito –. In primo luogo, ritirare le truppe dalle repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk. In secondo luogo, firmare un accordo sulla Crimea, adottare uno status di non blocco, de-nazificare e smilitarizzare il Paese. Non ci può essere altro modo”.