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Enzo Biagi: le frasi, i libri e la causa della morte del giornalista

Enzo Biagi

Giornalista, scrittore, conduttore e non solo: questo fu Enzo Biagi, voce del Novecento italiano che sfidò a suon di inchieste il governo Berlusconi.

Di personaggi celebri e illustri l’Italia ne ha regalati molti nel corso dei secoli alla storia. Persone che per ingegno, dedizione, passione, umanità e professionalità hanno lasciato un’impronta indelebile in questo mondo diventando fonti d’ispirazione ed esempi per moltissime generazioni da un lato all’altro del mondo. Una di queste persone è sicuramente Enzo Biagi, la voce di un secolo.

Enzo Biagi: chi era?

Enzo Biagi è stato uno dei più grandi giornalisti italiani del novecento. Nacque in un piccolo paesino dell’Appennino emiliano il 9 agosto 1920. Era di umili origini: padre magazziniere e madre casalinga. Cominciò a mettersi in mostra fin da subito per il suo grande talento nella scrittura e per l’incredibile e innata padronanza delle materie letterarie, a partire da un tema scritto che venne recapitato direttamente al pontefice Pio XI.

Raggiunta la maggiore età dedicò anima e corpo al giornalismo, diventando professionista a ventuno anni nel ruolo di cronista per il Resto del Carlino. Convinto antifascista, passò gli ultimi due anni del secondo conflitto mondiale tra le fila partigiane. Fu proprio la sua la voce ad annunciare la fine della seconda guerra mondiale e la caduta del nazifascismo dai microfoni della Pwb radio, il 21 aprile 1945.

Con la fine della guerra ci fu la consacrazione del Biagi scrittore e giornalista. Fondò un settimanale (Cronache) e un quotidiano (Cronache sera), divenne il direttore del settimanale Epoca per poi diventare nel 1961 direttore del telegiornale Rai. Il trentennio che va dagli anni settanta agli inizi del nuovo millennio vede Biagi impegnato più sulla carta stampata che sui media televisivi. Vanno ricordati infatti il ritorno al Resto del Carlino e il passaggio al Corriere Della Sera. In realtà, una sua vera e propria uscita dal piccolo schermo non ci fu mai fino al 18 aprile del 2002 data del famoso “Editto Bulgaro“.

Il rapporto con Berlusconi

In quella data, l’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, in una conferenza stampa durante una visita ufficiale in Bulgaria, fece un’importante dichiarazione. Disse infatti che alcuni giornalisti e comici satirici, tra cui Enzo Biagi, avevano usato in maniera “criminosa” la televisione e il servizio pubblico e pretendeva che la dirigenza Rai non permettesse più simili eventi. Il presidente si riferiva a tre programmi che andavano in onda sulla Rai che, tramite inchieste e satira, avevano messo in discussione molti esponenti dell’allora maggioranza.

Con la sospensione de “Il Fatto” Biagi abbandonò la scena televisiva quasi definitivamente. Rimase solo qualche apparizione sporadica tra il 2006 e il 2007 e la messa in onda del “Rotocalco Televisivo“, la sua ultima trasmissione d’inchiesta giornalistica. Sia prima che dopo “l’esilio” televisivo però non si negò mai il piacere di scrivere e continuò a pubblicare libri sempre molto apprezzati dalla critica. La voce del Novecento italiano si spense a Milano il 6 novembre 2007.

La causa della morte di Enzo Biagi

Il giornalista emiliano morì la mattina del 6 novembre 2007 a causa di un edema polmonare, dopo un breve ricovero di circa dieci giorni in una clinica milanese. Le sue condizioni di salute erano già precarie da qualche mese, tanto che ne avevano compromesso anche l’attività lavorativa. Avrebbe dovuto infatti registrare la seconda stagione del “Rotocalco Televisvo“, ma le riprese saltarono a causa del continuo aggravarsi del suo quadro clinico.

Biagi passò gli ultimi mesi circondato dall’affetto delle figlie e degli amici (la moglie Lucia Ghetti era deceduta nel 2002). Se pur gravemente malato, brillò fino all’ultimo per integrità e intelligenza. Tantissime sono state le manifestazioni d’affetto arrivate dal mondo dei giornalisti e migliaia le persone sfilate nella sua camera ardente per l’ultimo saluto. I funerali, per volontà del defunto, si svolsero nella chiesa del suo paese natale, Pianaccio, nel cui cimitero avvenne la sepoltura.

Enzo Biagi: i libri

La produzione dello scrittore e giornalista emiliano fu davvero importante. Nella sua vita partorì più di cento opere tra saggi, reportage, fumetti, storiografie e romanzi. Opere apprezzate in tutto il mondo e tradotte in più lingue (tedesco, inglese, francese, spagnolo e giapponese) che hanno raggiunto le 12 milioni di copie vendute. Tra i tanti libri che Enzo Biagi ci ha lasciato in eredita senza dubbio quelli che necessitano di essere citati sono:

  • Crepuscolo degli dei: Enzo Biagi scrisse questo saggio storico nel 1961. Raccoglie la descrizione di una serie di incontri e interviste fatte in Germania quindici anni dopo la fine della seconda guerra mondiale;
  • Storia d’Italia a fumetti di Enzo Biagi: la collana di fumetti, pensata e scritta dall’autore emiliano, venne pubblicata alla fine degli anni settanta e nacque con il fine di raccontare la storia d’Italia utilizzando il fumetto come mezzo di comunicazione. Alla realizzazione dell’opera parteciparono importanti fumettisti dell’epoca come Milo Manara, Sergio Toppi, Dino Battaglia e Hugo Pratt;
  • Disonora il padre: questo romanzo, pubblicato dalla casa editrice Rizzoli nel 1975, fu uno dei più grandi successi letterari di Enzo Biagi tanto da diventare poi un film. Si tratta di un romanzo parzialmente autobiografico ed è la storia di un giovane antifascista di umili origini nato sull’Appennino tosco-emiliano che diventerà un giornalista.

Le frasi celebri di Biagi

In una vita di reportage e romanzi le citazioni che Enzo Biagi ha regalato ai suoi ammiratori sono tantissime, ma alcune di queste sono entrate nella storia:

  • “Nel cinturone dei soldati del Führer c’era scritto ‘Gott mit uns’, Dio è con noi. Hitler lo aveva arruolato; per fortuna disertò”;
  • ” Uno che fa battute come quella di Berlusconi dimostra che, nonostante si alzi i tacchi, non è all’altezza”(Accusa rivolta a Silvio Berlusconi dopo la sospensione de “Il Fatto“);
  • “Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie ma tira un forte vento” (Frase pronunciata qualche giorno prima di morire a un’infermiera che lo accudiva).