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I risultati dell’autopsia su Giacomo Sartori: morto per asfissia da impiccamento

Giacomo Sartori

I risultati dell’autopsia su Giacomo Sartori: morto per asfissia da impiccamento e senza segni di colluttazione, ma servono altri esami specifici

I risultati dell’autopsia su Giacomo Sartori delineano un primo quadro utile alla magistratura per capire di cosa sia morto il 29enne trovato cadavere a Casorate Primo, e magari anche come sia arrivato a decidere di darsi la morte: Giacomo è morto per asfissia da impiccamento. Il primo esito dell’esame tanatologico eseguito a Pavia ha indicato in una asfissia meccanica dovuta alla costrizione del filo da prolunga usato per impiccarsi la causa del decesso. 

I risultati dell’autopsia su Giacomo Sartori sono incompleti ma già dicono alcune verità importanti

Con quella prolunga Giacomo si è impiccato al ramo di una grossa quercia del frutteto dell’agriturismo Cascina Caiella. Il sito Giacomo lo aveva raggiunto mercoledì 22 settembre dopo aver abbandonato a poche decine di metri l’auto aziendale, una Volkswagen Polo. Attenzione, ci sono altri elementi utili: sul corpo di Giacomo non sono stati trovati segni di colluttazione, mentre fra qualche giorno saranno disponibili i test genetici. Su cosa? Sulla prolunga usata dal 29enne per impiccarsi, questo per fugare dubbi circa l’origine decisionale di quel gesto insano. 

Autopsia su Giacomo Sartori: si attendono anche i risultati dei test genetici su prolunga e catena spezzata

Quegli stessi test, a caccia di “loci” genetici estranei, verranno effettuati anche sulla catena che Giacomo avrebbe utilizzato come primo mezzo per uccidersi, catena che però pare si sia spezzata sotto il suo peso. Qualche giorno in più invece ci vorrà per test tossicologico ed analisi di entomologia forense: in particolare il secondo servirà a determinare lo step temporale esatto della morte e ad incrociarlo con le tracce elettroniche dei dispositivi in uso a Giacomo. 

Le indagini della Procura dopo l’autopsia sul corpo di Gacomo Sartori e i primi risultati: la pista del “Cavallo di ritorno”

A coordinare le indagini è il Sostituto Procuratore della Repubblica di Pavia Andrea Zanoncelli. E sono indagini difficili perché affidate quasi per intero ad una serie di quesiti ancora da risolvere: quale sia stato il tragitto di Giacomo dopo il furto del pc e la comparsata in un locale, perché abbia girovagato fra Casorate e Motta Visconti. E poi come mai il suo cellulare si era riacceso e il bancomat non era stato bloccato, infine se sia credibile o meno che Giacomo abbia seguito la traccia del suo Pc geolocalizzabile per arrivare ad un appuntamento con i ladri e pagare un “riscatto” per riavere indietro il bottino secondo la tecnica del “cavallo di ritorno”