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Ignazio Marino, chiesti 2 anni e 6 mesi all'ex sindaco per il caso scontrini

ignazio marino

Il pg ha chiesto una condanna di 6 mesi e mezzo per Ignazio Marino nell'ambito del caso scontrini. L'ex sindaco di Roma avrebbe pagato diverse cene utilizzando la carta di credito del Campidoglio.

All’ex sindaco di Roma Ignazio Marino è stata chiesta una condanna di 2 anni e mezzo in seguito al caso scontrini. A fare questa richiesta è stato il procuratore generale Vincenzo Sevariano al processo d’appello. Secondo l’accusa, Ignazio Marino ha pagato parecchie cene utilizzando la carta di credito del Campidoglio. L’11 gennaio riprenderà il processo. Nel frattempo, l’ex sindaco ha dichiarato di non aver mai utilizzato denaro pubblico per scopi personali.

Ignazio Marino condanna

Vincenzo Saveriano, procuratore generale, ha chiesto che l’ex sindaco di Roma, Ignazio Marino sia condannato. La richiesta fatta dal magistrato è di due anni e sei mesi di reclusione. Questo è quanto il magistrato Vincenzo Saveriano ritiene opportuno nell’ambito del processo d’appello che vede Ignazio Marino, ex sindaco di Roma, imputato riguardo le vicende scontrini e onluns. Le accuse di cui l’ex primo cittadino deve rispondere sono quelle di peculato, truffa e falso. In tutto sono cinquantasei le cene finite nei faldoni dell’inchiesta, e che sarebbero state pagate con la carta di credito del Campidoglio. Per quanto riguarda la vicenda delle onlus, invece, è stata chiesta l’assoluzione. Ignazio Marino è già stato assolto da tutte le accuse in primo grado.

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Ignazio Marino difesa

Nel frattempo, Ignazio Marino si è difeso così: “Voglio affermare con grande chiarezza che mai nella mia vita e nelle funzioni di sindaco ho utilizzato denaro pubblico per motivi personali”. In questo modo l’ex primo cittadino di Roma Ignazio Marino si è espresso, con un’affermazione spontanea avvenuta davanti alla Corte nel corso del processo d’Appello a suo carico per la vicenda degli scontrini e della onlus che si è aperto questa mattina. Il pg Vincenzo Saveriano ha in seguito chiesto la condanna a due anni e sei mesi per le accuse di peculato e falso, in relazione alla vicenda scontrini, e la conferma dell’assoluzione per l’accusa di truffa per le consulenze della Onlus Imagine.

L’ex sindaco Ignazio Marino ha affermato, esponendosi in aula, di aver donato nel 2014 ben 10mila euro del proprio stipendio alla Capitale, e di non aver mai domandato rimborsi al Campidoglio. L’ex primo cittadino ha portato ad esempio gli incontri con il presidente della Roma James Pallotta e con il sindaco di New York Bill De Blasio. In quell’occasione, cancellò una vacanza privata negli Stati Uniti, quindi tramutata in incontri ufficiali di lavoro. Ignazio Marino ha poi aggiunto anche che si è spontaneamente presentato in procura ed ha offerto, secondo la sua versione, le chiavi della sua agenda elettronica a chi stava svolgendo le indagini.

Ignazio Marino ha successivamente sottolineato anche di aver rinunciato al proprio salario di senatore. Lo ha fatto, afferma lui, ancora prima della sua elezione a sindaco. L’ex primo cittadino avrebbe così lasciato oltre 80mila euro nelle casse pubbliche. Ignazio Marino ha concluso con una battuta: “Se sono ladro sono un ladro scemo e incapace di intendere e di volere”.