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Igor: "Accetto di essere processato anche in Italia"

igor il russo

"Accetto di essere processato anche in Italia", queste le parole di Igor, arrestato in Spagna

Trattiamo ancora del caso Igor il Russo, con gli ultimi aggiornamenti. Il serbo è stato interrogato al Tribunale di Alcaniz, a cui ha affermato: “Accetto di essere processato anche in Italia”. Ricordiamo che Igor è stato arrestato in Spagna, a seguito di una sparatoria, in cui sono state ammazzate 3 persone, qualche giorno fa.

Igor il Russo: “Accetto di essere processato anche in Italia”

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Igor il Russo ha affermato al Tribunale di Alcaniz: “Accetto di essere processato anche in Italia”. Il serbo è stato interrogato in una videoconferenza dalla giudice dell’Audiencia Nacional, Carmen Lamela. Ciò che Igor ha dichiarato è di trovarsi in Spagna da settembre, senza alcun lavoro. In seguito ha accettato di essere trasferito in Italia, secondo il mandato di cattura europeo.

Ricordiamo che il latitante era da otto mesi lontano dall’Italia. I Giudici spagnoli lo hanno interrogato, dopo che la polizia del luogo lo aveva arrestato nel sud dell’Aragona. Norbert Feher è il suo nome si tratta di un serbo di 36 anni .

Igor il Russo, bloccato in Spagna venerdì scorso

Ricordiamo che Igor è stato bloccato venerdì scorso in Spagna dopo gli ultimi omicidi commessi. Questa mattina è arrivato al tribunale di Alcaniz (Teruel), per essere interrogato. Nella sparatoria, che ha anticipato il suo arresto, sono morte tre persone, da lui uccise.

In Spagna Igor è accusato quindi di aver ucciso tre persone, tra cui due agenti della Guardia civil, Víctor Jesús Caballero e Víctor Pérez, e il pastore José Luis Iranzo, morti nei Comuni di Albalate del Arzobispo e Andorra. Egli era inoltre ricercato dall’Interpol anche per due omicidi commessi, più uno tentato in Italia.

Igor interrogato in videoconferenza su richiesta delle autorità italiane

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Le autorità italiane hanno chiesto che Igor venga interrogato prima dal giudice dell’Audiencia Nacional, Carmen Lamela, poi dal magistrato di Alcaniz. Così è stato fatto e questa mattina ha dichiarato di trovarsi in Spagna da settembre e di non avere avuto alcun un lavoro.

Inoltre, Igor ha accettato di essere trasferito in Italia per venire processato e rispondere dei crimini che gli sono attribuiti. Per ora però egli rimarrà in Spagna fino all’avvenuta sentenza del Tribunale Nazionale, anche se il giudice si conformerà al mandato di cattura europeo che pesa sul detenuto.

Da ambienti investigativi italiani è emerso che l’eventuale consegna, sempre dall’udienza di convalida in Aragona. avverrà dopo i processi per i tre omicidi in Spagna del 14 dicembre 2017.

Igor il Russo aveva con sè 4 pistole

Quando Igor è stato arrestato, era in possesso di 4 pistole, una di queste con potrebbe essere quella con cui ha ucciso in Italia. La procura di Bologna infatti ha già chiesto di entrare in possesso di tutti i documenti e degli interrogatori. Gli investigatori ritengono che in questo ultimo mese il killer sia stato tra Valencia e la zona dell’Aragona in cui è stato arrestato.

In questa zona sono stati segnalati diversi furti in casolari agricoli, di prosciutti o altri generi alimentari. La Guardia Civil stava infatti cercando una banda di romeni ma il responsabile potrebbe essere lo stesso Feher. Ora tutti questi elementi saranno condivisi tra i carabinieri e le forze di polizia spagnole.

In Spagna Vaclavic è sospettato di avere ferito altre due persone

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In Spagna Vaclavic è sospettato di avere ferito lo scorso 5 dicembre, sparando due altre persone ad Albalate. Alla fine è stato preso vivo perché era uscito di strada con il pick-up che aveva appena rubato ed era svenuto. Sono vari i testimoni che hanno riferito agli investigatori spagnoli di aver visto Norbert Feher alla guida del pick-up rubato all’allevatore Josè Luiz Iranzo.

Si tratta di una dette tre vittime di El Ventorillo. Hanno anche detto che mentre era in fuga urlava al telefono, sembrava litigare animatamente con chi lo ascoltava. La giudice Carmen Lamela è la stessa persona che si è occupata durante la crisi catalana delle incarcerazioni degli independentisti.

In Italia manca la voce di Igor, di cui è stata chiesta agli inquirenti

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La voce di Norbert Feher manca agli inquirenti italiani. E’ stata inoltrata richiesta ai magistrati spagnoli dal Pm Marco Forte. Gli inquirenti iberici invieranno il file con la registrazione audio dell’udienza di oggi. Gli investigatori italiani si stanno coordinando con i colleghi spagnoli circa le analisi del materiale informatico trovato nello zaino di ‘Igor’ e sequestrato.

Sono infatti i Militari del Ros che si sono occupati e lo stanno ancora facendo di questo tipo di indagini nei mesi scorsi ed ora. Entro questa settimana si avranno le prime risposte. Si stanno cercando i complici, che hanno aiutato Igor a fuggire in Spagna.

Nel mirino una decina di persone, tra le quali anche sei italiani

Sono nell’occhio del ciclone una decina di persone che hanno o avrebbero aiutato Igor a fuggire in Spagna. Si pensa che il latitante sia scappato in un pullman di pellegrini. Ecco alcune parole, via Facebook, Luigi Scrima, ex compagno di carcere in Italia di Feher: “Preoccupato di che? Ho fatto tutto quello che potevo per aiutare gli inquirenti” Residente a Lugo (Ravenna), Scrima è una delle persone monitorate in questi mesi dagli investigatori che davano la caccia a Igor.

Le vittime: Valerio Verri, operaio dello zuccherificio di Minerbio in pensione e guardia ecologica volontaria, ucciso a Mezzano (Ferrara) sette giorni dopo l’omicidio di Davide Fabbri, il barista di Budrio (Bologna), ammazzato l’1 aprile durante un tentativo di rapina. Francesca ed Emanuele Verri hanno scritto al Procuratore italiano.

Le parole di Francesca ed Emanuele Verri

Nostro padre amava l’ambiente e la sua terra. Per questo faceva il volontario per legambiente nella provincia di Ferrara. È stato ucciso da Igor l’otto aprile scorso mentre si trovava a bordo di un’auto della polizia provinciale. Stavano perlustrando la zona rossa con l’immagine di Igor sul telefonino e l’avvertenza che se lo avessero visto avrebbero dovuto chiamare i Carabinieri. Lo hanno effettivamente incontrato e sappiamo tutti come è finita”.

La zona rossa è stata poi subito chiusa ed il servizio interrotto. Abbiamo chiesto alla Giustizia il perché ciò non sia stato fatto prima perché avrebbe sicuramente dovuto essere fatto prima. La zona rossa è stata chiusa dal Prefetto ed il servizio interrotto solo dopo l’uccisione di nostro padre“.

I due figli sono dell’idea che se quella zona fosse stata chiusa ed il servizio interrotto “nostro padre sarebbe vivo“. Il pm della Procura di Ferrara intanto “ha chiesto l’archiviazione delle nostre denunce dandoci ragione su questo ma aggiungendo che il comandante dei Carabinieri aveva detto di non sapere assolutamente della presenza di Igor in quei luoghi. Per noi questo non era esatto. Abbiamo fatto opposizione“.