Marianna Piacente Un’implosione catastrofica di trenta millisecondi nell’Oceano Atlantico: così il sommergibile Titan di OceanGate si è disintegrato lo scorso 18 giugno durante una spedizione per l’esplorazione del relitto del Titanic. I cinque passeggeri a bordo hanno trovato la stessa sorte di quella tragedia che li appassionava al punto da desiderare di vederne, a più di un secolo di distanza, i resti da vicino, a 3.800 metri di profondità.
L’ipotesi di un guasto
«Un ROV (Remotely Operated Vehicle, ndr), mezzo guidato da remoto, ha trovato il cono posteriore del sommergibile Titan a circa centottanta metri dalla prua del Titanic, sul fondale marino» ha spiegato il contrammiraglio della guardia costiera statunitense John Mauger, alla guida delle vane operazioni di soccorso. Aumentano intanto il volume le polemiche riguardo la sicurezza del mezzo: c’è chi sostiene che il Titan sia imploso per la pressione a causa di un guasto.
🚨 Breaking News
All five people onboard on #Submersible are all very sadly died, #OceanGate confirms. This video shows how the accident happened with the submarine. 💔#Titanic #titanicsubmarine #implosion #TitanicRescue#Titan #ShahzadaDawoodpic.twitter.com/pdpSOpgoHG
— Sajid ALi (@sajii_writes) June 23, 2023
Chi sono le vittime?
I passeggeri erano i britannici di origine pachistana Shahzada Dawood, suo figlio diciannovenne Suleman, il miliardario britannico Hamish Harding, il francese veterano delle immersioni del Titanic Paul Henri Nargeolet e il patron della società Ocean Gate nonché inventore del Titan Stockton Rush. Avevano pagato 250mila dollari per l’immersione. Gli è costata cara davvero, alla fine.
