> > In sala "Close", la fluidità tra ragazzi contro le norme sociali

In sala "Close", la fluidità tra ragazzi contro le norme sociali

featured 1688898

Roma (askanews) - Arriva nei cinema italiani il 4 gennaio il film di Lukas Dhont "Close", Grand Prix speciale della giuria all'ultimo festival di Cannes, ora candidato a quattro Golden Globe. Racconta l'amicizia tra due ragazzi di 13 anni, Léo e Rémy, interpretati dai bravissimi Eden Dambrine e...

Roma (askanews) – Arriva nei cinema italiani il 4 gennaio il film di Lukas Dhont “Close”, Grand Prix speciale della giuria all’ultimo festival di Cannes, ora candidato a quattro Golden Globe. Racconta l’amicizia tra due ragazzi di 13 anni, Léo e Rémy, interpretati dai bravissimi Eden Dambrine e Gustav De Waele. Il loro rapporto, spontaneo, complice, si incrina e si complica quando iniziano ad andare a scuola: il contesto sociale che ha bisogno di categorizzare, definire, quell’amicizia, porta ad un evento impensabile che separa i due ragazzi.

Il regista belga, già premiato a Cannes per il film “Girl”, spiega perché ha deciso di raccontare proprio quel passaggio tra l’infanzia e l’adolescenza: “Credo che sia un momento incredibilmente importante in tutte le nostre vite. Penso che quando siamo bambini c’è molta più libertà e fluidità, quando arriva l’amore per esempio. Ci troviamo però di fronte a una società che è incredibilmente divisa in gruppi, con aspettative, norme e codici di comportamento. Viviamo in una società incredibilmente patriarcale, dominata dall’eteronormatività, che diventa chiara quando raggiungiamo la pubertà”.

“Close” è un film molto personale che diventa universale: “Per molto tempo ho provato a far parte di un gruppo invece che essere me stesso ed è questo il motivo per cui faccio film su giovani personaggi che guardano il mondo come qualcuno che vuole appartenere a qualcosa, ma non è in grado di soddisfare quelle aspettative. Credo molto nelle nuove generazioni che vogliono trovare quella fluidità anche durante la pubertà, e che vogliono abbattere quelle barriere e quei codici che sono stati creati finora”.