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Famiglia investita a Santo Stefano di Cadore. Il nonno sopravvissuto: "Temiamo che non venga fatta giustizia"

Forze dell'ordine

Tra il dolore della morte e la paura di una mancata giustizia: Luigi Antoniello, il nonno sopravvissuto alla strage di famiglia a Santo Stefano di Cadore, rivela la sua preoccupazione riguardo alla donna alla guida dell'auto

Tra il dolore della morte e la paura di una mancata giustizia. Luigi Antoniello era il papà di Marco e il nonno di Mattia, rispettivamente l’uomo di quarantotto anni e il bambino di neanche due morti in un incidente stradale a Santo Stefano di Cadore (BL), travolti da un’auto in via Udine. Rimasta uccisa con loro anche Maria Grazia, sessantacinquenne consuocera di Luigi. Coinvolta nel sinistro ma scampata alla morte la compagna di Marco (e figlia della donna uccisa), Elena.

Le parole del nonno sopravvissuto

Alla guida dell’Audi che ha ucciso le tre persone, una trentaduenne tedesca che desta molta preoccupazione nel signor Antoniello. Spiega lui stesso il perché al Corriere:

«Adesso abbiamo paura che vada via. Se è risultata negativa all’esame tossicologico e al test dell’alcol e la rilasciano, quella donna potrebbe allontanarsi dall’Italia. Si dice in paese che in macchina avesse coperte, abiti e tutto il necessario per viaggiare e stare via. Se è una girovaga, dove andremo noi a rintracciarla? Oltre al dolore della perdita, dobbiamo accollarci anche la preoccupazione che non venga fatta giustizia. (Elena, ndr) non si può lasciare un attimo, ha bisogno di supporto psicologico continuo. Ha perso i suoi tre punti di riferimento: l’unico figlio avuto da poco, il marito e sua madre. Ha una voragine sotto ai piedi».