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Indi Gregory, rifiutato l’appello dei genitori: i giudici inglesi ordinano il distacco delle macchine

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I giudici inglesi hanno rifiutato l’appello dei genitori di Indi Gregory: sabato 11 novembre si verificherà il distacco delle macchine.

Il distacco delle macchine sarà effettuato sabato 11 novembre: è quanto stabilito dai giudici inglesi sul caso Indi Gregory dopo aver rifiutato l’appello presentato dai genitori della bambina. A seguito del distacco, la piccola verrà trasferita in un hospice.

Indy Gregory, appello rifiutato: confermato il distacco delle macchine

I giudici inglesi hanno respinto in toto l’appello dei genitori della piccola Indi Gregory, fissando per la giornata di sabato 11 novembre la deadline. Mancano, quindi, poche ore al momento in cui le macchine che tengono in vita la bambina verranno staccate in modo definitivo. Dopo il distacco delle macchine, la neonata verrà portata in un hospice, stando a quanto riferito da Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia onlus, e l’avvocato Simone Pillon, che hanno seguito gli sviluppi italiani della vicenda e sono in continuo contatto con i legali inglesi e i genitori di Indi.

Stando a quanto riferito da Coghe e Pillon, in un primo momento, i giudici inglesi aveva indicato la data di lunedì 13 novembre per lo spegnimento dei dispositivi vitali. I legali della famiglia Gregory, poi, hanno spiegato che il distacco verrà effettuato il “prima possibile” e, di conseguenza, già sabato 11.

Meloni, la lettera urgente al Regno Unito

Sul caso della bambina, è intervenuto anche il premier Giorgia Meloni che ha scritto una lettera urgente al Lord Cancelliere e segretario di Stato per la Giustizia del Regno Unito, chiedendo di ottenere il permesso per trasferire la piccola a Roma.

Proprio lunedì 6 novembre, il Consiglio dei ministri guidato da Meloni aveva concesso la cittadinanza italiana a Indi, affetta da una rara malattia degenerativa, per consentirne il ricovero all’ospedale Bambino Gesù della Capitale.

Nella lettera inviata dal premier, si fa riferimento alla Convenzione dell’Aja per la protezione dei minori e, nello specifico, all’art. 32 paragrafo 1 lettera b. “Su richiesta motivata dell’Autorità centrale o di un’altra autorità competente di uno Stato contraente con il quale il minore abbia uno stretto legame, l’Autorità centrale dello Stato contraente in cui il minore ha la sua residenza abituale e in cui si trova potrà chiedere all’autorità competente del suo Stato di esaminare l’opportunità di adottare misure volte alla protezione della persona o dei beni del minore”, si legge all’articolo 32 paragrafo 1 lettera b della convenzione.

Sulla vicenda, poi, era intervenuto anche il ministro della Salute, Orazio Schillaci, che aveva dichiarato: “Siamo pronti ad accogliere Indi in Italia”.