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Intervista a Federico Russo, autore di "Marmellata #21"

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A pochi giorni dalla presentazione ufficiale del suo primo libro, che si terrà giovedì 25 febbraio presso il punto Tiger genovese, Federico risponde in anteprima ad alcune nostre domande. Del resto, non è da tutti avere vent'anni e mettere su carta le proprie esperienze. Da qui nasce la sua vogli...

A pochi giorni dalla presentazione ufficiale del suo primo libro, che si terrà giovedì 25 febbraio presso il punto Tiger genovese, Federico risponde in anteprima ad alcune nostre domande. Del resto, non è da tutti avere vent’anni e mettere su carta le proprie esperienze. Da qui nasce la sua voglia di scrivere, scriversi e raccontarsi in una sorta di zibaldone in cui chiunque si possa ritrovare o confrontare.

Cosa troviamo all’interno del libro?

“Marmellata #21” trascende decisamente lo stereotipo tipico del libro cui generalmente si pensa: non è un romanzo e non è una raccolta di poesie, e al tempo stesso è una e l’altro. Se dovessi definirlo, direi che è una raccolta di pensieri, riflessioni, racconti, a tratti anche qualche poesia, che però propone e racconta una storia attraverso tutte le parole che lo compongono.
Apprezzo la metrica, il ritmo e via dicendo ma in sincerità preferisco la naturalezza, e generalmente i miei pensieri evolvono in maniera difficilmente riducibile a versi ordinati: per questa ragione le poesie vere e proprie non sono particolarmente numerose. La mia intenzione era costruire il racconto di un’evoluzione, di una rivoluzione, della crescita che si vive attraverso l’arrivo e purtroppo a volte anche l’arrivederci delle persone importanti nelle nostre vite. Per questa ragione, i primi pensieri che si trovano all’interno del libro sono “scuri”, a tratti lenti e forse un poco pesanti, e intendono descrivere una persona chiusa in sé stessa, incapace di guardare al di fuori della realtà immediatamente vicina; progressivamente, invece, i pensieri ed il libro si aprono, si colorano, cambiano le espressioni, la scelta delle parole, la ritmica, le pause tra le frasi e le parole. Una persona una volta mi fece uno splendido complimento, dicendomi: “tu sei colorato.” e a dire il vero, è la storia contenuta in questo libro ad aver tracciato i primi segni di colore su di me.
Pochi sono i nomi che ricorrono nel libro ma molti sono i personaggi anzi le persone che vi compaiono, ed in particolare uno: Bit. Bit è un soprannome, ovviamente, e come tutti i soprannomi che dono alle persone ha una storia ed un significato particolare, che non spiegherò. Bit è stata la persona che ha reso tutto questo possibile: non tanto il libro, non tanto i pensieri, quanto Me.

Cosa ti ha spinto a scriverlo?

Pochi sono i nomi che ricorrono nel libro, sebbene tanti siano stati i volti, le voci ed i sorrisi che mi hanno accompagnato nel percorso di cui racconto, della crescita che sento di aver vissuto. La mia intenzione è quella di provare a dare una speranza o un sorriso in più a chi come me si sia trovato in difficoltà, a chi abbia visto i suoi sogni crollare; il mio intento è spingere a insistere, provare, provare ancora, perseverando sulla strada per la Felicità, per la serenità.
In alternativa, a dire il vero, mi accontento anche “semplicemente” di riuscire a donare un sorriso o uno spunto di riflessione ad un lettore occasionale, che si soffermi per caso su un pensiero sfogliando velocemente le pagine del libro.

Ogni autore mette un po’ di se stesso: dove ti ritroviamo?

Questa credo sia la domanda più sofisticata tra tutte. Al di là dell’ovvietà del fatto che io sia presente in tutti i pensieri, sono presente in tutte le pagine, persino in quelle bianche, persino nei ringraziamenti: credo insomma, di esserlo in quello che è il mio modo di scrivere. Sono presenti numerosi dettagli che rappresentano il mio modo di essere, di pensare, di vedere: si trovano nei titoli dei componimenti, negli argomenti esposti, nelle date, nelle ore, nella formattazione del testo.
Alcuni esempi sono la presenza di pensieri in lingua inglese o l’alternanza inglese/italiano e viceversa tra titoli e componimenti, la scelta di un carattere che ricordi le macchine da scrivere per i titoli – sono un po’ all’antica- o ancora riferimenti a canzoni, film, quadri ed opere d’arte che apprezzo molto quali “Il primo Bacio sulla Luna”, “Last Kiss”, “One Day”, “Viandante su mare di sogni” e molti altri ancora.

Modelli a cui ti sei ispirato?

Credo che tutti i testi che letti da me o a me mi abbiano influenzato nel corso della creazione, ma comunque riconosco due sono le influenze particolari: Stefano Benni per l’ironia e la schiettezza di alcuni pensieri e per la scelta della struttura di racconto in alcuni altri, Alessandro Baricco per la semplicità e linearità di espressione che però celano sempre un significato più complesso, articolato ed a volte forse un poco ermetico, e soprattutto l’intenzionalità propositiva dei numerosi racconti “didascalici” che mi hanno colpito negli anni.

C’è un messaggio nascosto o meno che vuoi trasmettere?

Mi piace essere diretto, preferisco la sincerità e come già esposto lo scopo di questo libro è provare a fornire una speranza ed un sorriso in più; tuttavia c’è un messaggio, un motto ed un modo di essere che porto con me da anni e cerco di donare e spargere il più possibile: Be your own Hero.

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Se vi ha incuriosito, potete incontrare lo stesso autore, che ha deciso di intraprendere un progetto: “Free Wi-Friend”. Ogni giovedì vi aspetta dalle 17.30 alle 19.00 nell’open space di Tiger, nella speranza di poter riallacciare vecchi rapporti e crearne di nuovi con chi vorrà conoscerlo. Una sorta di esperimento sociale che celebra la bellezza di una sana chiacchierata in un mondo in cui basta un click su un social per “sapere tutto di una persona”.