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Isco, chi è il calciatore numero 22 della Spagna

Francisco Román Alarcón Suárez Isco

Isco è il numero 22 della nazionale spagnola, classe '92, è cresciuto a Costa de Sol, l'arte del calcio l'ha imparata per strada

Francisco Román Alarcón Suárez è noto semplicemente come Isco è nato a Benalmádena il 21 aprile 1992. E’ il centrocampista del Real Madrid e della nazionale spagnola. Ha vinto una Liga, una Coppa di Spagna, una Supercoppa di Spagna, 4 Champions League, 3 Supercoppe e 3 Mondiali per club. Ha vinto anche l’Europeo di categoria 2013 con la nazionale under-21 spagnola. Nel 2012 è rientrato a far parte della lista stilata da Don Balón dei migliori calciatori nati dopo il 1991.

Isco, il 22 spagnolo

Libertà di gioco nella squadra o contesto codificato? E’ una domanda a cui la carriera di Isco potrebbe saper rispondere. Infatti il 22 della Spagna al Valencia ha incontrato un allenatore con idee per niente conformi alle sue. Unai Emery lo ha messo alle strette con i tentativi di adattamento che hanno finito per bloccargli la strada e andare via. Una volta a Malaga, sulla Costa del Sol dov’è cresciuto, Pellegrini gli ha lasciato la completa libertà da titolare. I due estremi vedono l’ideologia di Emery da un lato e la pigrizia di Pellegrini dall’altro, troppo lontani per riuscire a confrontarsi davvero col talento del ragazzo. Ma nel 2013 il Real Madrid spende 30milioni per assicurarsi le prestazioni del calciatore. Qui si vede chiaramente che il lavoro tattico a Valencia lo ha fatto fuggire, ma la liberà a Malaga non lo ha aiutato sui suoi difetti. Quindi, una volta arrivato a Madrid, il ragazzo giocava come quando correva dietro al suo pallone per strada.

“Todo empieza en la calle”

Isco è cresciuto come calciatore proprio per strada, a questo riguardo lui stesso afferma “Todo empieza en la calle“. Quindi “tutto inizia per strada“. E come scrive anche nel suo libro Johan Cruijff, nel quale leggiamo che “lì è dove si scopre il calcio e dove nasce la passione per questo gioco. Per strada si impara a dribblare, a dialogare con un compagno, a tirare e a ricevere il pallone calciando contro il muro. È così che si gettano le basi per il controllo del pallone. Ma non solo questo: si impara anche a migliorare il controllo del corpo, perché cadere per strada fa male“.

Il controllo del pallone, la creatività e i favolosi dribbling di Isco lo fanno notare relativamente in fretta che la sua scuola è stata la strada. Infatti lo si può notare dal fatto, anche, che gioca col busto dritto di chi non vuole cadere sull’asfalto.

Isco stesso ha detto: “Voglio avere il pallone. L’ho sempre chiesto. Da bambino, per la strada de las Flores, i vicini mi conoscevano perché andavo sempre in giro con la palla. Sono cresciuto lì, per strada; giocavo nella piazza con gli amici di mio fratello, tutti più grandi. Principalmente è stata questa la mia scuola”.