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Jobs Act, Consulta boccia le indennità a tutele crescenti

Jobs Act

Incostituzionale il criterio che stabilisce l'indennità crescente del lavoratore licenziato illegittimamente solo in base all'anzianità di servizio.

La Corte Costituzionale boccia il Jobs Act nella parte in cui stabilisce l’indennità crescente in caso di licenziamento illegittimo in base all’anzianità di servizio del lavoratore. Il meccanismo è stato giudicato incostituzionale in base agli articoli 4 e 35 della Costituzione. Il decreto Dignità di Luigi Di Maio aveva modificato infatti solo calcolo delle mensilità ma non il criterio.

Jobs Act: indennità crescente incostituzionale

“La previsione di un’indennità crescente in ragione della sola anzianità di servizio del lavoratore è contraria ai principi di ragionevolezza e di uguaglianza e contrasta con il diritto e la tutela del lavoro sanciti dagli articoli 4 e 35 della Costituzione“. E’ quanto stabiliscono i giudici della Consulta riguardo l’indennizzo previsto dal Jobs Act in caso di licenziamento illegittimo. La norma, inserita dal governo Renzi nel contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti, determina infatti in modo rigido l’indennità spettante al lavoratore ingiustificatamente licenziato. Ma questo è incostituzionale, come già diversi esperti in materia avevano avvertito.

In realtà questo parametro poteva essere recentemente modificato attraverso il decreto Dignità varato dal ministro del Lavoro Luigi Di Maio. Il provvedimento del governo a traino Lega-M5S invece ha unicamente modificato il calcolo delle mensilità. Il Jobs Act prevedeva infatti una indennità di licenziamento compresa tra le 4 e le 24 mensilità, calcolata in due mensilità per ogni anno di servizio prestato.

Con il decreto Dignità invece si è arrivato a un minimo di 6 a un massimo di 36 mensilità. Il meccanismo di determinazione però non è stato toccato, lo stesso invece bocciato dalla Corte Costituzionale. La questione presso la Consulta era stata sollevata dal Tribunale del Lavoro di Roma. La sentenza sarà depositata entro le prossime settimane. Resta da capire quindi, in attesa di maggiori dettagli, quale criterio per l’indennizzo verrà applicato nelle prossime cause di lavoro. E’ probabile che per risolvere la questione serviranno quindi dei correttivi da inserire in una nuova legge.