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L'Immunologo Le Foche: "Prestare attenzione al contagio tra prima e seconda dose del vaccino"

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Le Foche risponde ai dubbi sollevati sulla possibilità di un contagio nel periodo tra prima e seconda dose del vaccino. Tutte le info

Continuano le perplessità riguardanti il comportamento da adottare dopo la vaccinazione: il professor Le Foche spiega perchè tra la prima e la seconda dose del vaccino Covid, bisogna stare attenti al contagio.

Le Foche: attenzione al contagio dopo prima dose vaccino

L’immunologo Le Foche, a L’Aria che Tira su La7, ha fatto il punto sui comportamenti da adottare nei giorni che trascorrono tra la prima dose del vaccino e la seconda: Con una sola dose bisogna stare attenti, in questi 42 giorni di attesa della seconda dose potremmo contagiarci”.

Sul fatto che la data della seconda dose sia stata posticipata ai fatidici 42 giorni, anzichè i 21 inizialmente previsti, dice: –Nell’economia vaccinale è molto importante, perché riusciamo a vaccinare con una sola dose sola circa tre milioni di persone in più. E in una pandemia questa è una cosa fondamentale”.

Poi il punto più importante, ossia la possibilità che si verifichi un contagio tra una dose e l’altra: –Nel corso di questi 42 giorni potremmo in fieri contagiarci e avere non una pressione così significativa rispetto al virus tanto che quest’ultimo può pensare di cambiare qualcosa per essere ancora più refrattario. È così d’altronde che nascono le varianti, che possono essere di due tipi. Uno come la variante inglese e per certi versi anche quella indiana che contagia molto di più perché le mutazioni che sono avvenute rispetto a questo virus nella proteina spike hanno indotto una velocità e lubrificazione della proteina. L’altro come la variante sudafricana che tende a sfuggire dalla protezione del vaccino. Potrebbe esserci pertanto anche la necessità di una terza dose per bloccare qualsiasi forma di variante”

Le Foche, contagio dopo dose vaccino: focus su Astrazeneca

C’è spazio anche per un analisi sui vari tipi di vaccini a disposizione, e sugli effetti indesiderati che si sono verificati con il vaccino anglo-svedese AstraZeneca e l’americano Johnson&Johnson.

Alla domanda su quale tipo di vaccino una donna, con un’età al di sotto dei 50 debba fare, Le Foche risponde: “I rarissimi casi di trombosi dei seni cavernosi e esplanchici sono capitati in particolare a giovani donne, se dobbiamo consigliare a una ventenne di somministrarsi un vaccino a vettore virale come AstraZeneca o a mRNA messaggero, io consiglierei l’mRNA messaggero perché è molto improbabile che la ventenne abbia problemi con il Covid, rischia di più per la trombosi”

Nel caso del sesso maschile, invece: -“Io li consiglierei a tutto il sesso maschile e a donne di età superiore ai 50 anni anche perché l’anticorpo prodotto dai vaccini a vettore virale è stato riscontrato in queste trombosi rarissime ma in giovani donne. L’Aifa dice che lo possono fare tutti perché c’è una raccomandazione: è super consigliato a over 60enni, ma non è escluso che possano sottoporvi anche altre persone”.

Le Foche, contagio dopo dose vaccino: la tecnica dell’mRNA

Riguardo i dubbi che sono stati sollevati sulla tecnica dell’mRNA, applicata per la prima volta a dei vaccini, afferma: “Non è una tecnica acerba, ma si studia da 10 anni per produrre farmaci contro il cancro. La modernità di questo vaccino è che può essere cambiato come il lego, possiamo cambiarne dei pezzettini e questo ci porterà ad avere un super vaccino che ci protegge dal Covid e dalle sue varianti oltre che da altri virus”.