> > Le piogge di gennaio sono un'illusione: "A rischio un terzo del made in Italy"

Le piogge di gennaio sono un'illusione: "A rischio un terzo del made in Italy"

La secca del Po durante lo scorso marzo

Il dato è sconfortante e i laghi alpini sono semivuoti ed hanno ridotto il Po ad una portata fra meno 50ed 80%: "A rischio un terzo del made in Italy"

Il paese è ancora nel pieno di una grave crisi idrica e le piogge di gennaio sono un’illusione: “A rischio un terzo del made in Italy”. Chi lo dice? Coldiretti, che ragiona su dati forniti dall’ultimo report dell’Anbi che non mette affatto al riparo dai rischi di una siccità presente anche nel 2023. Insomma, una rondine non fa primavera e qualche pioggia non fa fine crisi e l’Italia è ancora in pieno deficit idrico. 

I grandi laghi alpini sono semivuoti

Malgrado le ultime precipitazioni e secondo quanto spiegato dal Fatto Quotidiano il 2023 è iniziato “con i grandi laghi alpini semivuoti e con la portata del Po più che dimezzata rispetto allo scorso anno”. E il report Anbi è quasi lirico nel descrivere la situazione: il Po è “l’immagine di una crisi idrologica che pare senza fine”. L’associazione che rappresenta i consorzi di bonifica e irrigazione spiega infatti che rispetto al 2022 la portata del Po continua a diminuire. A Torino per esempio il segno meno si attesta attorno al 50% mentre in altri punti del fiume supera l’80

“A rischio un terzo del made in Italy”

La diagnosi è stata affidata al presidente dell’Anbi Francesco Vincenzi: “La situazione critica del fiume Po si trascina da Dicembre 2020 e condiziona l’economia agricola, nonché l’agroalimentare della principale food valley italiana e riconosciuta eccellenza mondiale”. Basti pensare solo a cosa si produce in Pianura Padana per capire la portata economica del problema. E Coldiretti ha lanciato l’allarme: “Con il Po a secco rischia un terzo del Made in Italy a tavola”.