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Lesione grave da tampone, il caso della donna citata da Burioni e i rischi

Roberto Burioni

Lesione grave da tampone, il caso della donna citata da Burioni e i rischi: cortocircuito mediatico su un case-report singolo e con specifiche concause

Lesione grave da tampone Covid, il caso della donna citata da Roberto Burioni e i rischi sono da considerarsi relativi a quel singolo case-report, non sono una proclamazione di pericolo generalizzato. Il caso era stato sollevato da Open, che citava un recente intervento del virologo del San Raffaele di Milano a Che Tempo Che Fa. Tutto era incentrato su un meme e su un case report pubblicato da JAMA Otolaryngology – Head & Neck Surgery

Il caso della lesione grave da tampone: come è stato (mal)interpretato Burioni

In buona sostanza era venuto fuori un sunto per cui, a detta di Burioni, i tamponi sarebbero in grado di “rompere la barriera sanguigna ematoencefalica del cervello”. Nello specifico il virologo aveva detto: “Una persona ha avuto addirittura una lesione delle membrane che ricoprono il nostro sistema nervoso centrale e ha perso del liquido cefalorachidiano”. 

Il tweet del virologo sul caso della lesione grave da tampone 

In un secondo momento e su Twitter Burioni aveva citato il case report e spiegato che si tratta di un evento “estremamente raro”. Cosa è successo però? Che l’intervento di Burioni su un singolo caso è stato fatto diventare paradigma generico di pericolo nell’utilizzo dei tamponi. 

Cosa ha determinato in concausa il singolo caso della lesione grave da tampone 

Non è così: si cita infatti il singolo caso di una donna che ha riscontrato la perdita del liquido cefalorachidiano a seguito del test del tampone ma non era stato spiegato in aggiunta che la donna “aveva un difetto nel basicranio” e che quel difetto “non era dovuto al tampone”. Solo la concomitanza dei due eventi, tampone e lesione preesistente, aveva determinato il trauma.